Stadio della Roma. Gasparri: “Facciamolo ma serve trasparenza”

Il Tempo (M.Gasparri) – Come andrà a finire la storia dello stadio della Roma è ancora presto dirlo. Le variabili in campo sono molte, ma una cosa è certa: nessuno si illuda di liquidare la questione con impicci e procedure poco trasparenti. Abbiamo visto un progetto, lo abbiamo rivisto ridimensionato. Si è parlato di speculazione edilizia e commerciale, ma anche di occasione di sviluppo irrinunciabile. Abbiamo tutti il diritto, da cittadini di Roma innanzitutto prima che da tifosi, di capire come stiano esattamente le cose. Lancio quindi, attraverso le pagine del vostro giornale, un pubblico appello alla trasparenza per evitare ostruzionismi ingiustificati o sostegni poco chiari. Mi rivolgo a tutti gli attori inscena: al Comune di Roma, alla Regione Lazio, al costruttore Parnasi, alla banca Unicredit e alla società sportiva Roma. Lo stadio non può essere questione da trattare in maniera carbonara. Il proietto, ammesso che parta, si svilupperà nell’arco di molti anni e nel futuro potrebbero cambiare sindaci, presidenti di regione, partiti di governo. È opportuno, quindi, dare ascolto oggi a tutte le realtà perché sono le stesse che un domani potrebbero avere un ruolo diverso nelle varie fasi di realizzazione dello stadio. Gli spettatori di oggi potrebbero essere i protagonisti di domani.

Il mio invito, quindi, è per un confronto aperto e plurale da subito, nella consapevolezza che ci sono passaggi indispensabili che è giusto seguire. L’evidente, infatti, che discussione debba avvenire in maniera corretta in primo luogo in Campidoglio e, per quanto riguarda le competenze della Regione Lazio, in Consiglio regionale. Ma in secondo luogo, è consigliabile che la AS Roma, l’Unicredit e l’imprenditore Parnasi si confrontino con tutta la classe dirigente romana perché noi tutti vogliamo capire alcune semplici cose. Ad esempio, se alla fine non si corra il rischio di siglare semplicemente decisioni di carattere privato. Detto fuori dai denti: a chi apparterrà lo stadio? La proprietà della AS Roma può cambiare, ovviamente. Il nuovo stadio sarà degli americani di oggi o di eventuali nuovi proprietari della società? Quanto al nuovo progetto, le modifiche ipotizzate potrebbero penalizzare opere pubbliche indispensabili alla salvaguardia delle zone interessate? E come la mettiamo con le vie di accesso allo stadio? Del resto, in altri casi in Italia si sono costruiti stadi, non interi quartieri con obiettivi tutti da capire. Il mio appello quindi è da cittadino di Roma e da romanista. Bene che scioperi, che ci sia un’occasione di sviluppo e di ammodernamento perla città, purché lo si faccia con trasparenza e a 360 gradi. Senza trasparenza e senza conto con tutti prevedo solo guai e sprechi.

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