Stadio della Roma, il Comune: «Prima va eliminato ogni rischio»

Corriere Dello Sport – Ecco il passaggio chiave della comunicazione inviata dal dipartimento programmazione e attuazione urbanistica alla Regione Lazio. «(…) Stante quanto sopra, si ritiene che la Conferenza dei Servizi non possa concludersi con esito favorevole, in considerazione del fatto che il provvedimento regionale di approvazione degli esiti della CdS, ai sensi dela L. 147/2013, art. 1, c. 304, lett. b), «… sostituisce ogni autorizzazione o permesso comunque denominato necessario alla realizzazione dell’opera…», quindi ha valore anche di permesso di costruire, autorizzazione commerciale ecc. Non potendo evidentemente tali titoli essere rilasciati fino alla dichiarazione di non pericolosità idraulica delle aree interessate che, come si ribadisce, non potrà intervenire prima della realizzazione delle opere di difesa e del relativo collaudo ed a seguito di specifica richiesta, da avanzarsi a cura della Regione Lazio, secondo la procedura ordinaria (non in deroga) prevista dall’art. 46, c. 5 delle NTA del PAI (norme di attuazione del piano per l’assetto idrogeologico, ndr).

«E’ altresì evidente che, in tale condizione (carenza di dichiarazione di non pericolosità idraulica), nessuna variante urbanistica comportante aumento del carico antropico sulle aree a rischio per fenomeni idraulici di tipo R3 ed R4 (rischio elevato e grave, ndr) potrà essere adottata da Roma Capitale, «Ciò ad ulteriore conferma, per la Regione Lazio, che l’adozione della variante urbanistica non può che conseguire al rilascio di tutti i pareri degli Uffici/Enti partecipanti alla Conferenza dei Servizi». Firmato dal dirigente dell’unità operativa piano regolatore e dal direttore del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica.

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