La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Due giorni fa anche il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha dato la sua benedizione: “Mi sembra che ci siano le condizioni per fare il nuovo stadio della Roma a Pietralata. L’amministrazione mi pare abbia dato piena disponibilità e il club ha concentrato i suoi sforzi sull’infrastruttura principale“.
Tutto vero, come è vero il feeling tra il club giallorosso ed il Comune, che a gennaio dovrebbe chiudere la Conferenza dei Servizi preliminare per concedere la certificazione di Pubblico Interesse. Dopo la presentazione del progetto del 3 ottobre scorso, il 27dello steso mese l’amministrazione ha chiesto via lettera dei chiarimenti, che il Ceo della Roma, Pietro Berardi, ha cominciato a fornire il 4 novembre presso il dipartimento di Urbanistica.
Il Campidoglio chiede alla Roma di definire “un perimetro univoco dell’area oggetto dell’intervento“, che “dovrà essere chiaramente e univocamente individuato almeno su mappa catastale aggiornata“. Inoltre, per quel che riguarda gli aspetti economici, il Comune chiede che il Piano Economico e finanziario “includa tutti i costi relativi agli eventuali espropri per la realizzazione di tutti gli interventi previsti”.
Per questo il club dovrà integrare la documentazione illustrando “le varie componenti dell’intervento con la definizione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche di tutte le parti progettuali“. Nello specifico dovranno essere chiariti dimensioni, voluti e tecnologie dell’area stadio; di quella esterna e le opere funzionali alla fruibilità dell’impianto, cioè parcheggi e rete varia di accesso.
Il club ha previsto una concessione per il tempo massimo consentito dalla legge, cioè 90 anni. Morale: il lavoro da fare è parecchio, ma una cosa è certa: il Comune e la Roma intendono operare in sintonia.