La Repubblica (A. Di Carlo) – Distratta, nervosa e appesantita. La domanda che sorge spontanea è una sola: Roma, che succede? Tra il pressing del Portogallo su Mourinho e l’input dello Special One di pensare più ai minuti che al risultato, la prima cartolina giunta dall’Algarve è stata disastrosa. Una sconfitta, quella con il Cadice, senza appello.
Nella sera in cui Mourinho ha provato a rilanciare il 4-2-3-1 con Karsdorp titolare, la Roma ha scoperto (o forse ne ha avuto solo la conferma) di avere un problema tra i pali: se il rendimento di Mile Svilar è realmente quello visto tra il Giappone e la sfida con il Cadice, difficile pensare che Mourinho abbia realmente in rosa un’alternativa a Rui Patricio.
L’impressione nell’osservare le diverse componenti è di una fragilità mentale che tutto l’ambiente sta vivendo. La vicenda che vede José Mourinho nel mirino del Portogallo ovviamente è arrivata all’interno dello spogliatoio e lo scenario di vedere lo Special One lontano da Trigoria ora è più concreto rispetto al passato. Non che questo possa essere fattore così destabilizzante per la squadra nell’immediato, ma se il timoniere non sembra concentrato al massimo sulla rotta da seguire è più probabile che la velocità di crociera della nave non sia delle migliori.
La squadra poi sembra quasi non aver beneficiato dei giorni di vacanza concessi proprio per ricaricare le pile e smaltire le tossine dell’ultima parte di stagione. Gambe appesantite, i soliti errori e la mancanza di brillantezza. Se a questo aggiungiamo il cartellino rosso rimediato da Vina e l’accenno di rissa sul finale, più di un campanello d’allarme inizia a suonare. Domani sera (fischio d’inizio ore 20) la seconda amichevole in programma nel ritiro portoghese: Mou si augura di ritrovare la giusta concentrazione e qualche sorriso in più in campo.