La Repubblica (P. Torri) – S’è spenta. Quella fiammella in fondo al tunnel intravista nella notte londinese grazie alla zampata di Hummels, è svanita di fronte a un’Atalanta che ha fatto valere la legge del più forte. La convalescenza che sembrava essersi avviata in Europa, in Italia ha avuto una nuova ricaduta, quarta sconfitta consecutiva (in campionato ai giallorossi non capitava dal 2008), quarto ko casalingo in sette gare, ancora problemi difensivi, ancora una sterilità offensiva che fa paura, ancora la sensazione di una squadra sbagliata che non riesce a essere se stessa, ancora un paio di infortuni muscolari.

La speranza, in questo momento di profondo down, è che il ko contro un’Atalanta che corre per lo scudetto abbia convinto anche i più ottimisti, quelli che tanto la Roma in serie B non ci va, che la situazione è gravissima. E che c’è bisogno che tutti metabolizzino una realtà in cui nessuno pensava di trovarsi. Trovare i colpevoli di quello che sta succedendo è la cosa più semplice che si possa fare.

Ora, provando a essere ottimisti, c’è bisogno di continuare con fiducia la strada che il tinkerman Ranieri sta provando a indicare a una rosa sbandata e confusa. Quello che è stato è stato, ci sarà tempo per riflettere su quello che si è sbagliato, adesso c’è bisogno di prendere consapevolezza della situazione per provare a tirarsene fuori. Le prossime tre partite, Lecce, Como e Parma, intervallate dal sesto impegno europeo contro i portoghesi del Braga, dovranno essere affrontate sapendo che sono tre spareggi salvezza, tre partite fondamentali per provare a immaginare un 2025 migliore. Se a Trigoria non se ne rendono conto, il rischio di continuare a sprofondare è altissimo.