Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – L’umore è decisamente buono, visto che Tammy Abraham ieri, nell’ordine, si è allenato, ha partecipato a foto e firme con i tifosi, fatto una conferenza stampa e indossato divisa, e sorriso delle grandi occasioni ad un evento Fendi nel cuore di Tokyo.
Abraham, che oggi dovrebbe giocare nella prima amichevole della tournée, non ha tutta questa voglia di riprendere le partite ufficiali e, visto come ha chiuso la prima parte di stagione, è pure comprensibile. In questo momento ha bisogno di ritrovare condizione fisica e mentale perché le brutte prestazioni di ottobre e novembre, i fischi dei tifosi e l’esclusione dal Mondiale pensato sulla testa e sul corpo.
Lui, col sorriso che lo accompagna sempre, non lo nega: “Mi godo la coppa del Mondo e mi alleno, ma mi sarebbe piaciuto essere in Qatar“. Logico, comprensibile per quanto Tammy stia cercando di guardare avanti e di prendere il lato positivo di tutto quello che gli sta capitando: “Credo che questo tipo di situazioni ti facciano crescere come uomo e come calciatore. Devo migliorare e maturare, spero di esserci al prossimo Mondiale“.
Abraham sa di trovarsi davanti a un bivio: non è più ragazzino, ma non è neppure così grande da aver perso l’ultima occasione della vita. Di certo, il 2023 sarà un anno importante, quello della consacrazione, se ci riuscirà, e delle scelte drastiche, considerando che a giugno ci sarà l’eventuale diritto di recompra da parte del Chelsea per un valore di 80 milioni.