AS Roma Match Program (F. Viola) – Nello staff dello Spezia c’è un campione d’Italia del 1983, Claudio Valigi. Un tempo centrocampista di qualità, pupillo di Liedholm, oggi allenatore in seconda di Domenico “Mimmo” Di Carlo. Cresciuto nella Ternana, Valigi con la Roma è entrato nel calcio che conta. Alla sua prima stagione nella Capitale vinse lo scudetto, il secondo della storia della Roma: “Sì, sono stato un bel portafortuna!”, ammette.
Arrivò giovane nella Capitale e si trovò subito circondato da tutti campioni.
“Vero, ero giovanissimo. Per me la Serie A era un obiettivo impensabile a vent’anni. Era una squadra con tanti fuoriclasse, basti pensare a Bruno Conti che aveva appena vinto il Mondiale, c’erano Vierchowood, Falcao, Pruzzo, Di Bartolomei… e via dicendo. Era una squadra fortissima che aveva già lavorato molto ed era nel pieno della sua crescita. Si era già contesa varie volte lo scudetto con la Juve, tutti ricordano il famoso gol di Turone annullato. Sono entrato a far parte di un gruppo davvero notevole“.
Chi era Nils Liedholm?
“Il mister è sempre nei nostri cuori, per noi giovani ha rappresentato tantissimo. Gli devo tutto, grazie a lui in quella stagione ho potuto giocare parecchie gare.
Non pensavo di venire impegnato così tanto, spesso partendo da titolare o subentrando in corsa durante la partita. Mi diede fiducia, è stato grandissimo, sia come allenatore che come uomo“.
In quella stagione totalizzò 13 presenze sostituendo Falcao, Prohaska e Ancelotti…
“Erano i tre titolari; era complicato entrare ogni volta, ma devo dire che per un giovane come me è stata una esperienza incredibile. Subentrare però in un meccanismo che funzionava così bene era un compito un pochino più semplice. Era una grande squadra che giocava un bel calcio, una squadra sempre propositiva e questo è stato uno dei nostri punti di forza“.
Cosa ricorda dei festeggiamenti a fine campionato?
“Beh… sono stati una cosa unica. Abbiamo avuto la fortuna di poter far preparare i festeggiamenti ai tifosi con una settimana di anticipo! I tifosi giallorossi sono incredibili, dopo quaranta anni di attesa, vincere uno scudetto per la loro è stata una cosa meravigliosa. Tutta la città è stata in festa per settimane. Ho visto delle cose credo irripetibili, la città era completamente tappezzata di giallorosso. Lo stadio Olimpico il giorno di Roma-Torino era una esplosione di gioia e di colori, è difficile sintetizzarlo dopo tanti anni…“.
Quanto è diverso il calcio di oggi?
“È molto diverso perché sono cambiati i tempi. Del resto è molto cambiata la società ed è naturale che sia cambiato anche il calcio. Basti pensare, ora che stiamo facendo una intervista, che una volta le esclusive si gestivano direttamente con i giornalisti. Ogni giorno a fine allenamento eravamo a disposizione dei giornalisti che erano al campo“.
Che stagione sta facendo lo Spezia?
“È un campionato dove ancora lo Spezia deve far vedere chi è. Siamo nella prima parte della stagione e la serie B è molto lunga, c’è stato un inizio buono e poi una flessione, ma credo che sia fisiologico nel corso della stagione. Sarebbe bene non ci fossero pause, ma può accadere. La squadra, dopo quello che aveva fatto la scorsa stagione, è partita con grandi aspettative e quando tutti si aspettano che vinci diventa un pochino più complicato mantenere il livello alto. Credo comunque che ci sia tutto il tempo per tornare a fare bene“.
La Coppa Italia cambia spesso regolamento, da qualche anno ottavi e quarti sono a eliminazione diretta. Cosa ne pensa?
“Andiamo a Roma ad eliminare la Roma! Naturalmente scherzo. Penso che per lo Spezia, per tutti sia società che giocatori, sia una grandissima soddisfazione andare a giocare in uno stadio come l’Olimpico“.
Con i tanti impegni del calcio moderno crede la Coppa Italia abbia ancora un senso?
“Per le piccole che si affacciano al grande calcio è una grande occasione. Per fortuna è cambiata la formula, è la porta secondaria all’Europa e quindi la competizione ha assunto una dimensione maggiore, tanto per le piccole che si affacciano al grande calcio che per i club maggiori“.
Come valuta la stagione della Roma?
“È molto complicato dare giudizi dall’esterno e per me in modo particolare avendo vestito la maglia della Roma. In questo momento credo la squadra debba ritrovare un po’ di serenità e tranquillità attraverso i risultati, ha avuto anche alcuni infortuni importanti che hanno complicato il cammino. È normale che la pressione sia tanta e a Roma ancora di più di altre città. È da anni che ci si aspetta che questa squadra lotti per il primo posto e come ci si stacca di qualche punto c’è un problema“.
Un giudizio su Garcia?
“Credo Garcia sia stato molto bravo nel gestire il cammino tribolato in Champions. Ma solo chi lavora quotidianamente può capire cosa accade all’interno del gruppo“.
Se potesse togliere un giocatore alla Roma, chi toglierebbe?
“Sono in tanti, la Roma è composta da tanti campioni e mi sembra un po’ riduttivo fare un solo nome. La Roma ha un collettivo forte, come la Juve e tutti i club importanti. Alla fine è il collettivo che esalta il singolo e non viceversa“.
Come si affronta una partita così?
“Con spensieratezza. Bisogna andare a giocare la partita consapevoli che si gioca contro un club di altissimo livello. Noi faremo il nostro senza farci troppi problemi“.
È rimasto legato a Roma? Viene di frequente?
“Amici ne ho tanti, ma non riesco a tornarci tante volte come vorrei. Ogni volta che ci torno è un’immensa gioia“.