Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è stato intervistato dal sito Uefa.com. L’allenatore ha espresso il suo pensiero su due giocatori chiave nella sua squadra, Totti e Strootman. Queste le sue dichiarazioni:
Totti, che ruolo ha ancora nella Roma e com’è il vostro rapporto?
Totti è stato, è, sarà tutto per la Roma. La soluzione che la Roma cerca è Totti, è una scorciatoia. Ha fatto vedere, l’anno scorso e questo, di poter ancora dare una mano alla squadra da un punto di vista tecnico, qualitativo e di creatività per la ricerca del risultato. Totti è un genio, non è solo un talento. Se riesci a sostenerlo come forza di collettivo di squadra, il calciatore geniale riesce a mettere questa qualità e questo genio dentro le giocate. Chiaro che se la squadra non ha il possesso della palla e della partita, diventa più difficile. Per cui vanno solo fatte queste valutazioni, che sono corrette per un calciatore della sua età. Anche se ora è ancora più attaccato a quello che è il periodo calcistico che gli è rimasto. Perché lo vedi che spesso si allena in maniera migliore della volta precedente.
Strootman: quanto è importante per lei riaverlo in squadra, visti i problemi fisici che ha avuto, e quanto è importante Strootman per far girare la Roma?
Strootman è un giocatore eccezionale, una persona bellissima sotto tutti gli aspetti. Basta vedere con che voglia e partecipazione emotiva si allena, che mette anche dentro il quotidiano, non solo nelle partite. E’ uno veramente degli uomini squadra che ti determina quello che è il ritmo, che si fa sempre trovare pronto la domenica: se sei pronto, vinci. Se non sei pronto, non lo sai quello che è il risultato. Con giocatori come Strootman sei sempre pronto, perché lavori nella maniera corretta. E’ una persona serissima, un campione che tutti vorrebbero avere nella propria squadra. Tu dici dove potrebbe stare Strootman? Barcellona, Bayern Monaco… ce lo butti dentro e Strootman è di quelli lì, vedi che è un giocatore che può giocare in quelle squadre. Per cui, hai detto tutto.
Mister, il suo rapporto con Roma città…
Il mio rapporto con Roma è bellissimo, perché non sbaglio mai strada: conosco solo quella per arrivare da casa mia a Trigoria. In effetti, qualche volta mi hanno portato a vedere la bellezza di Roma che, se la guardi nella maniera corretta, ti rimane dentro l’anima, perché è qualcosa di meraviglioso. Se poi conosci anche un po’ di storia di Roma e dei romani… Ma in effetti non faccio vita mondana, spesso vado a casa e torno a lavorare e basta. Purtroppo non conosco neanche molte strade di Roma, però è un rapporto intenso perché (Roma) ha visto crescere i miei figli e di conseguenza siamo legati affettivamente come famiglia a questa città.
E con i tifosi della Roma?
I romani tifosi della Roma sono attaccatissimi, la Roma è la seconda pelle dei romani. Ti trasferiscono subito questo sentimento, di conseguenza diventa anche un po’ di tensione o di ansia perché sai quello che è il movimento che c’è dietro a questa squadra qui. Sei quasi costretto ad assorbire l’amore verso questa squadra e questi colori. E sei quello che lo deve tradurre dentro il campo e non tutti hanno lo spessore e la personalità per sopportare questo peso. Ma meno male che l’abbiamo da sopportare, meno male che c’è questa spinta alle spalle.
La Roma attuale è attrezzata per tornare a vincere?
Secondo me ha delle possibilità di sbocco, di poter mandare un segnale forte. Vincere? Una vittoria non è solo alzare un titolo, una vittoria è anche quello che tu infondi verso tutti quelli che hai intorno come modo di lavorare, modo di pensiero, modo di determinare il proprio futuro. Il modo di partecipare al lavoro quotidiano deve essere una cosa seria. Il calcio è una cosa seria, non è come dicono tutti un divertimento o un gioco. Qui ci sono interessi forti, ci sono fuori delle persone che stanno male per quello che poi è il risultato finale di una squadra, che vivono con amore, passione, sentimento forte quello che è l’andamento della propria squadra. Per cui, non si può che essere professionisti al 100%. Poi i risultati è chiaro che possono dire diversamente da quella che è la volontà. I tifosi si dimenticheranno di alcuni risultati, ma non si dimenticheranno mai del comportamento della squadra, che è un’altra cosa, ben visibile, lì sotto gli occhi di tutti. Quello i tifosi della Roma lo sanno valutare, se noi avremo un buon comportamento; perché loro sanno di calcio, hanno visto calciatori forti. Hanno visto squadre giocare bene al calcio.
La UEFA Europa League della Roma finora come è stata?
Non abbiamo fatto benissimo un paio di partite, soprattutto il pareggio in casa con l’Austria Vienna, quando avevamo la partita in pugno. Abbiamo messo tutto in discussione, perché dovevamo poi fare la partita di ritorno successivamente che abbiamo vinto. Ci ha dato la possibilità di essere in una posizione di privilegio, perché ora dipende esclusivamente da noi. Avendo la prossima gara con il Viktoria Plzeň in casa, siamo nelle condizioni di poter arrivare primi. Siamo stati bravi a ribaltare la gara di ritorno contro l’Austria Vienna. Questo sono squadre che sanno fare benissimo il loro lavoro e di conseguenza non è facile venire a capo di queste partite, riuscire a portare a casa risultati con facilità.
Vista da fuori dà l’idea di una competizione difficile, ci sono squadre forti (Manchester United, Inter, Nizza) che faticano.
Vista da dentro è ancora peggio! Mentre da fuori poi c’è anche la valutazione – ma la Roma è forte, il Manchester United è forte, l’Inter è fortissima – poi ci sono anche gli avversari. Vai a giocare su determinati campi dove trovi squadre che proprio in base a quella che è la tua forza hanno reazioni ancora maggiori alle proprie qualità, vogliono confrontarsi ed è l’unica possibilità di confrontarsi che hanno con il calcio che conta e con le squadre che tutti poi evidenziamo come le più forti.
Quali qualità non devono mai mancare alla sua Roma?
Abbiamo la necessità di mandare un messaggio ben chiaro ai nostri tifosi. Per fare questo io penso sia fondamentale avere carattere, quello che si dice sempre: “Uomini deboli, destini deboli. Uomini forti, destini forti”. Ci vuole gente di carattere, il coraggio di fare le giocate, la furia agonistica, la battaglia sportiva. Io penso che la mia squadre debba sempre lottare forte contro qualsiasi avversario ha davanti. Questo è un po’ il segnale che dobbiamo mandare ogni volta che scendiamo in campo.