Il Corriere Della Sera (L.Valdiserri) – Da «Fight Club» a «Truman Show» c’è un bel salto, cinematograficamente parlando, ma, quando c’è un interesse superiore, è giusto mettere da parte le preferenze e andare al cinema tutti insieme. A cercare l’happy end. È il giorno dopo il burrascoso dopo partita di Bergamo. Spalletti, nel ventre dello stadio Azzurri d’Italia, ha rinfacciato alla squadra di fare da anni «figure di merda» e a Totti di aver passato la notte prima della gara a giocare a carte fino alle 2 di notte. Secondo una ricostruzione affidabile non sarebbero state le 2 ma poco più di mezzanotte e con Totti ci sarebbero stati Pjanic, Nainggolan e un altro giocatore. Ma sono dettagli e la sostanza è il faccia a faccia che è andato in onda dopo il 3-3, firmato proprio da Totti, entrato nel finale di gara a salvare la Roma dalla sconfitta. Ma, per la prima volta nella storia del calcio, come ha scritto Mario Sconcerti, «un allenatore ridimensiona la prestazione di un suo giocatore».
Ieri, a Trigoria, Spalletti incontra il d.s. Walter Sabatini prima dell’allenamento. Il presidente James Pallotta, da Boston, nel frattempo ha derubricato il problema a un «classico»: la tensione del dopo gara. E ha affermato che Spalletti ce l’aveva con tutti per aver sprecato il vantaggio (2-0) che poteva portare la Roma più vicina al secondo posto. C’è un campionato da finire, cinque partite per arrivare almeno terzi. La Champions League, quest’anno, ha portato nelle casse della Roma 77 milioni di euro. È un passaggio fondamentale per il futuro calciomercato. La linea della società è chiara e condivisibile: abbassare i toni. Spalletti è d’accordo. Totti anche. C’è di mezzo la Roma. Durante l’allenamento, a favor di telecamere di Roma Tv, i due si scambiano sorrisi e pacche sulle spalle. Fa la sua parte anche il «tapiroforo» che porta l’immancabile animalaccio ai due protagonisti. Totti: «È tutto a posto, stasera ci vado a cena insieme, Spalletti è una bravissima persona. Il passato si dimentica, non è mai successo nulla fra di noi». Spalletti: «Io con lui sono arrabbiato perché in un quarto d’ora poteva fare due gol e invece ne ha fatto solo uno. Lo tratto veramente come un calciatore importante. Per la Roma, Totti è uno sbocco. Io rimarrò sicuramente, Francesco per altri sei, sette, dieci anni».
I fatti e le polemiche — con Roma che è diventata un immenso sondaggio «pro e contro» — dicono che la convivenza non sarà possibile. Pallotta ha fatto la sua scelta: Totti deve smettere. Totti, rafforzato dalle ultime due gare (un gol e un assist), vuole ancora giocare. Quasi sicuramente lo farà negli Stati Uniti. La società potrebbe «congelare» per un anno o due il contratto da dirigente e sarebbe un gesto distensivo e lungimirante. Ma questo è il futuro. Il presente sono la partita contro il Torino, domani, e quelle contro Napoli, Genoa, Chievo e Milan. Serve una pace, anche se a orologeria. L’Inter si è avvicinata a 4 punti di distacco, il Napoli è avanti ldi 5. La situazione è un campo di battaglia tra pessimisti e ottimisti. In questo senso il turno infrasettimanale, con la sfida ai granata, è un’opportunità gradita. Niente, a Roma e alla Roma, logora più dell’attesa. Meglio tornare in campo subito. Ma con chi? Totti si siederà in panchina, perché al massimo può essere utilizzato per uno spezzone. Rischia di fargli compagnia Edin Dzeko, dopo i gol divorati a Bergamo. Perché il dualismo che secondo Spalletti è stato creato ad arte dall’ambiente romano, in realtà, è quello tra due giocatori che, per lui, sono riserve.