Corriere della Sera (M. Scozzafava) – Il rapporto è nevrotico, frenetico, un’altalena di sì e di no. Spalletti e Totti si abbracciano e poi vengono quasi alle mani; si riparlano e si allontanano di nuovo. Insieme alla Roma, prima e dopo, è stato amore o calesse? L’intesa resta forte, di quelle controverse. Perché se a distanza di anni Totti — nell’intervista al Corriere — gli riconosce di essere stato “unico”, gli chiede di vedersi (“lo saluterei con affetto”), qualche dubbio sulle responsabilità attribuite all’allenatore sul modo in cui la sua carriera è finita (fiction compresa) viene.
Francesco chiama, lui risponde: “Non ho mai smesso di abbracciarlo”, sembra la liberazione di chi ha vestito gli abiti dell’amante respinto (narrazione pure questa). Si rivedranno, e anche a breve. Adesso Spalletti è c.t. della Nazionale — “il migliore”, insiste Totti — e l’occasione per Francesco poteva essere il campo neutro dell’Italia a cui ha dato gol e sacrifici. Il c.t. vuole Roma, glielo propone: “Prima della prossima partita all’Olimpico andrò a trovare alcuni amici che abbiamo in comune al Bambino Gesù, potrebbe essere una bella occasione per fargli visita insieme”. Tutto torna dopo un giro immenso: in mezzo le vittorie, le liti, gli imbarazzi, i ruoli contrapposti, le parole non dette e i consigli mancati.