Il Tempo (A.Serafini) – Obiettivo raggiunto, con il minimo dello sforzo. Uno scenario fondamentale per la Roma e per Spalletti, costretto a cambiare 6 dei titolari schierati a Lione in vista del ritorno. Il tecnico giallorosso però non può sfoderare il sorriso migliore quando vengono toccati i temi del presente, dall’ormai consueta domanda sul rinnovo contrattuale fino al siparietto andato in scena in panchina nei minuti finali con Totti. Situazioni che continuano a trascinarsi e su cui l’allenatore toscano fatica a far finta di niente: «Ve lo ripeto – replica Spalletti – io se perdo altre due partite non finisco nemmeno questa stagione, perché mi mandano via. Bisogna vincerle le partite, ne ho perse 4 su 5 nell’ultimo periodo. Le cose cambiano velocemente nel calcio e giustamente se perdo ancora è giusto che vada via. Ho fatto un favore alla società ancora a non ri-firmarlo. Secondo me hanno anche gradito. Al precedente allenatore che hanno mandato via gli hanno pagato 3 anni di contratto». Tornando in merito anche alle dichiarazione rilasciate da Pallotta: «Sono giuste le sue parole. Se avesse toccato i miei giocatori allora sarei intervenuto, invece ha fatto bene a difenderli. Finché si tocca me non c’è problema. Certo, il presidente vive fuori ma a volte quella figura è insostituibile quindi ci farebbe piacere partecipasse di più».
Con un po’ più di difficoltà invece viene spiegato l’episodio accaduto nel finale con capitan Totti, che ha preferito non entrare in campo per un fastidio alla schiena comunicato al tecnico dopo la chiamata: «È un tasto sempre difficile e delicato, preferisco non dire niente perché sennò viene usato contro di me. Secondo me ha avvertito un problema durante il riscaldamento, ha detto di sentire un dolore alla schiena ed ha preferito non entrare». La testa adesso però è rivolta al Lione, il primo passo fondamentale per far ripartire definitivamente la macchina romanista: «Se vinciamo e passiamo allora possiamo uscirne. Altrimenti siamo sempre lì impantanati, ormai sono troppe le partite perse». Luciano sceglie la linea della sincerità, su ogni argomento: «Abbiamo avuto difficoltà nel fare mercato, ci sono cose che si dicono e altre no. Oggi ci mancava Perotti ma Salah ed El Shaarawy sono stati bravi anche se sono stanchi, lo dico, tanto ormai il tema è quello. Il secondo infortunio di Florenzi è stato devastante». L’ultimo appello è dedicato ai tifosi, sempre senza peli sulla lingua: «Mi piacerebbe ritrovare 60mila all’Olimpico. Non abbiamo mai giocato col nostro pubblico, non ho mai capito perché si sono messi di traverso a fare una sfida con chi ha imposto certe decisioni creando difficoltà alla cosa che amano di più, la Roma. L’urlo della Sud sarebbe il primo passo per ribaltare certe situazioni».