Il Messaggero (A.Angeloni) – Se Berardi avesse segnato il rigore, chissà come avrebbe reagito Luciano Spalletti. Forse come quella notte di San Siro con Dacourt e Nonda? Forse. Si ma se Salah l’avesse passata a Nainggolan, la Roma avrebbe potuto segnare prima il 2-0 e magari quel rigore (con espulsione del belga) non ci sarebbe nemmeno stato. Chissà, se, non contano. Conta che la Roma con Lucio ha cambiato marcia, ha ridato – per ora – un senso alla classifica e soprattutto al gioco. I risultati stanno arrivando, la perfezione va aspettata. E chissà se, ci risiamo, mai arriverà. Spalletti oggi è felice, questa è una certezza. «Nel primo tempo meritavamo un risultato più netto, ma non siamo riusciti a raddoppiare. Quindi è diventato tutto molto più difficile. Trovo corretto che la Roma alla fine abbia vinto». Meriti tecnici e meriti “verbali”.
MEDICI IN PRIMA LINEA – Con Spalletti si fa chiarezza, anche sulle questioni extratecniche? Forse si ma non vuole passare per il picconatore di turno. «Dico certe cose e vengono interpretate. Io ho detto che siccome questa era la settimana che li potevo allenare di più, alcuni si sono fatti male quindi ho detto che i dottori devono essere da Roma per nascondere una mia pecca. E voi subito a dire “ce l’ha con i dottori”, ma perché? Il nostro medico è bravissimo». Di sicuro, Lucio ha azzerato le gerarchie: chi va in campo è per meriti fisici, non si fanno sconti. «Guardo chi sta meglio e chi si allena meglio perché poi contro il Sassuolo devi pedalare». Il futuro è di nuovo parlare di terzo posto? «Se riusciamo a vincere e creare l’entusiasmo, si può rivedere un bel mischione per quella posizione in classifica».
LE POSIZIONI IN AVANTI – Perotti in “marcatura” di Manganelli è stata la chiave del match. «Per loro è il fulcro del del gioco, lo usano sempre per portare la palla da una parte all’altra e se lo trovano occupato vanno in difficoltà e per noi diventa più facile». Spalletti applaude anche un Salah ritrovato.«Ha bisogno del supporto e dell’entusiasmo. Ha fatto un gran gol e bisogna fargli i complimenti. E’ un campioncino».