Repubblica.it (Giuseppe Scarpa) – “Alla fine anche i giocatori della Roma hanno iniziato a prendermi in giro“. Lo spiega Luciano Spalletti al giudice Tiziana Gualtieri e al pm Maria Assunta Cassavia nel corso del processo per diffamazione in cui l’ex allenatore giallorosso è parte lesa e un giornalista romano siede, invece, sul banco degli imputati.
“Mi dica i nomi dei calciatori (della Roma ndr) che hanno iniziato a prenderla in giro” domanda il giudice della quinta sezione, Gualtieri, a Spalletti. “Tutta la squadra“, ribatte piccato l’ex tecnico dello Zenit San Pietroburgo. Un fine 2009 in giallorosso da dimenticare per l’allenatore nato a Certaldo.
Perché, cinque mesi prima della conclusione del rapporto con la Roma, a maggio del 2009 Spalletti sarebbe stato vittima di una pesante polemica da parte di un cronista: “Ti pettiniamo noi, umanamente vali zero, sei un disadattato, queste le offese – ha spiegato ieri lo stesso Spalletti in un’aula di tribunale – che mi hanno ferito, anzi diffamato“.
Uno sfottò talmente pesante che dalla radio sarebbe arrivato in poco tempo tra le quattro mura dello spogliatoio di capitan Totti e compagni. Una spiegazione, quella fornita da Spalletti al magistrato, per far capire, dal suo punto di vista, quelle che furono le dirette conseguenze delle invettive che gli erano state lanciate via radio dal cronista. Non troppo permaloso però Luciano Spalletti. Tanto che a processo ha spiegato di essere pronto a ritirare la denuncia qualora il giornalista presentasse le “scuse pubbliche“.
Quindici minuti per esporre al giudice della quinta sezione le sue argomentazioni e i problemi causati dalla presunta diffamazione. Poi una critica per il fatto di essere “venuto qui (a piazzale Clodio ndr) altre tre volte e non sono mai stato sentito, nonostante io lavori all’estero“. Infine anche la difficoltà di stare seduto sopra una sedia di un’aula di tribunale, posto e luogo per lui piuttosto insolito: “Signor giudice – ha affermato Spalletti – non sono abituato a questa posizione“. “La sedia è forse scomoda? Suvvia è qui solo in qualità di testimone“, la risposta del giudice.
Infine, prima di andar via, lo stesso Spalletti si è congratulato con il magistrato, dopo alcuni termini calcistici usati per fargli alcune domande relative alle presunta diffamazione: “Lei s’intende di calcio vedo, complimenti“.