Pagine Romaniste (Da Trigoria F.Biafora – E.Bandini) – Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Sassuolo. Queste le sue parole:
Inizia Spalletti con il bollettino: “Mario Rui ha ancora bisogno di un po’ di tempo. Vermaelen deve fare ancora dei passaggi per essere nelle condizioni di fare una scaletta. Per Peres e Perotti siamo fiduciosi per Empoli, tutto sta procedendo bene. Per Seck ci vuole ancora una settimana, lo prendiamo in considerazione per Bologna. Rudiger viene e il dottor Del Vescovo ha detto che sono a disposizione“.
Continua il mister tornando sulla conferenza post Palermo: “Voglio fare una precisazione: tirare in ballo la libertà di stampa in funzione a quello che è successo c’entra meno delle galline di Cioni con la domanda. Se io leggo inviato qualcuno t’ha mandato. Mi è parso di notare un’interpretazione personale degli episodi, se voi volete si fa anche più diretta. Quando abbiamo preso El Shaarawy ho visto dei titoli come “A che serve il Faraone?”, ho visto delle partite giocate bene e male, ma il titolo era “Ciao Dzeko”, aspettiamo, facciamolo giocare, diamogli tempo per far vedere le sue qualità. Su Nainggolan e la vicenda stadio-Totti “Il Ninja se la prende con i tifosi della Roma”, è un’interpretazione un po’ soggettiva. Se fa gol Totti “Ha perso Spalletti, purga Spalletti, ha vinto lui”. Se Totti fa gol io ho vinto. C’è un’interpretazione personale dei fatti, bisogna saperlo. La libertà di stampa guai a chi me la tocca, deve essere totale, possiamo cominciare ora“.
E’ un campionato più equilibrato rispetto alle aspettative?
E’ ancora un po’ presto, ma c’è un equilibrio che non può che far bene, ci saranno molti duelli di alta classifica, come è stato Milan-Juve. Senza tutti questi punti il Milan non avrebbe avuto il supporto di uno stadio pieno. I nostri tifosi sono una spinta particolare, l’Olimpico l’ho vissuto nelle partite importanti, si viaggiava anche sulle ali dell’entusiasmo che ti determinava lo stadio. Quel supporto lì è importante. Essere molte squadre a giocarsi le partite a viso aperto è importante, spero che si continui su questa linea, è più bello.
Cosa pensa del Sassuolo di Di Francesco?
La difficoltà è che il Sassuolo è allenato da Di Francesco. E’ allenata bene, fanno crescere i giovani e li possono far migliorare, i talenti ci sono, poi è difficile la collocazione in alcune realtà, questo a loro gli è permesso. La velocità degli attaccanti, anche se manca qualche giocatore forte anche a loro. Sono tanti bravi dentro la rosa, Di Francesco li ha cambiati spesso, si fida di tutti, qualsiasi formazione sarà temibile, l’abbiamo visto l’anno scorso, è stato un crocevia che ha determinato che la Roma partisse. Grandi risultati, scelte difficili.
Di Francesco era il suo team manager, c’è un ricordo?
Era già allenatore, ogni tanto veniva lì e quando gli davo la formazione per fare le fotocopie per lo stadio mi diceva “Fai giocare questo?”. Era uno di campo, si parlava dentro il gruppo come fosse uno dello staff, era come un allenatore, stava studiando, sono cose che vengono naturalmente. Beccaccioli è analista, ma spesso monta i video da solo, sa benissimo cosa ci vuole e sa benissimo cosa vuol dire fare il mio collaboratore. Di Francesco ha personalità, tocca spesso i tasti giusti, ha modificato quello che è il suo interpretare il ruolo da ex calciatore ad allenatore, ha ben messo questo passaggio qui, gli vanno fatti i complimenti.
Domanda di Maida del Corriere dello Sport che viene interrotto da Spalletti che replica…
Si riprende dopo la partita, non mi sono preparato molto, si fa il porta a porta dopo la partita. Se mi date un’altra veste è come mischiare il latte con le cozze. Io dovevo rispondere ad un comunicato di stampa che mi accusa di non avere disponibilità per la libertà di stampa. Io la mattina faccio colazione con caffè-latte e giornale. Nessuno accusa di malafede, ho detto che c’è un’interpretazione personale di alcuni episodi. Se fa gol Totti io ho vinto, ha vinto la Roma, io dico quello che ho letto in base alle accuse che mi si sono fatte qui. Ora mi interessa la Roma, sto ad ascoltare solo quelli che dicono Forza Roma.
Condivide la politica del Sassuolo di puntare molto sui giovani italiani? Qualcuno di quei ragazzi lo vorrebbe allenare?
Scaturisce curiosità questa domanda, loro hanno preso diversi giovani forti nostri. Io nel mercato mi sono trovato di fronte a delle situazioni, bisogna che ci sia Sabatini qui. Mi sono trovato a dover discutere di alcune posizioni dove io scelgo il titolare, nell’idea, che si può modificare, poi dico che gli metto accanto altri giocatori. C’è qualcuno che se non gioca non ci vuole stare, vuole andare via e fare un campionato, vuole essere sentito chiamato in causa tutte le volte. La spinta professionale del calciatore ti dice che se lo tieni fermo ti fa peggio di un altro magari meno forte. Negli 85 minuti non giocati perde anche quei 5 minuti giocati, entra non voglioso. Iago Falque è un ragazzo splendido, sta facendo benissimo. Lui voleva andare a giocare, io gli ho detto che non potevo farlo. Iago ha fatto degli allenamenti da solo per mettermi in difficoltà e per giocare. C’è quello che ha mercato e da cui prendi due soldini e quello che non ha mercato e non prendi due soldini. C’è il dubbio tra queste due situazioni, si manda a giocare e ti fa vedere che ha ragione lui. Lui qui non avrebbe fatto 5 gol, avrebbe perso consistenza. Ljajic è un altro, aveva mercato, ce lo chiedevano. Con lui non ci ho neanche parlato purtroppo, con Iago sì. Se Ljajic non lo fai giocare con continuità perde le qualità che ha, perché ha quell’entusiasmo lì, è proprio come è fatto. Iago l’anno scorso si allenava bene, faceva sempre bene quando entrava, ma bisogna scegliere quando si hanno tanti giocatori bravi, qualcuno va lasciato fuori. Ricci magari ti fa pentire di averlo mandato a giocare, ma intanto ti prepara il valore per il prossimo anno, se faceva la riserva qui non ha valore di niente. In una società che fa attenzione anche a questo diventa difficile indovinarle tutte. Qualcuna è stata sbagliata, anche da parte mia, soprattutto con Iago Falque. Mi può dire “Mister, guarda un po!”, ha ragione, anche se non me lo dice.
Come sta Juan Jesus? Strootman titolare?
Juan Jesus ha un risentimento al polpaccio, però è nelle condizioni di stare dentro se lo scelgo, quindi è dentro. Strootman gioca, parte dall’inizio, ha recuperato e gioca. Questa volta non è rischioso fargli fare mezz’ora, avevamo provato a farlo giocare nella partita precedente.
Iturbe e Gerson possono andare via in quest’ottica che dice lei?
Sono valutazioni che noi facciamo su tutti i giocatori usati poco, le facciamo a dicembre. Parlare di Iturbe e Gerson ora è prematuro, non posso dirti sì vanno in prestito e poi domani c’è la partita. Gerson si è mandato a giocare l’anno scorso, si aspetta un attimo e si rifà il check-up del gruppo. Allegri aveva detto bene parlando di aprire il mercato prima, perché ti accorgi di quelle situazioni dove c’è da metter mano.
Non le bastano 20 vittorie su 28 partite per rinnovare con la Roma?
Non contano, la penna del mio contratto ce l’hanno i miei calciatori. Se fanno male è perché io li ho allenati male. Noi abbiamo la necessità di vincere. L’ambiente è perfetto per lavorarci, qual è la difficoltà? Che Roma, i tifosi della Roma hanno bisogno di vincere. Roma è forte, è bella, quando vieni qui a Roma abitui l’anima alla bellezza infinita, tornare indietro diventa difficile, la Roma è questa, abituarsi a non vincere mai è difficile, noi il mai l’abbiamo consumato da un po’ di tempo. Vincere non vuol dire solo portare a casa un titolo, vuol dire mandare un messaggio forte e chiaro del nostro modo di essere professionisti, di dove si dedica il tempo, di dove ci si mette le mani, di dove si balla fino a che si è disponibili. E’ un messaggio che va mandato chiaro ai tifosi, alla Capitale, a Roma. Abbiamo la necessità di vincere. Qualcuno sente questa pressione quando viene qui, i tifosi della Roma li hanno visti i calciatori, hanno visto Totti per 20 anni. Non è facile trovare un altro con le sue giocate, quindi si diventa facilmente critici. Hanno visto Falcao. Abbiamo l’imposizione di sopportare il peso sulle spalle.
E’ sorpreso più dal Milan o dall’Inter?
Tutte e due destano un po’ di attenzione. Montella ha fatto un lavoro eccezionale. Nell’altro caso non posso parlare non avendoci lavorato, posso parlare delle mie difficoltà. Da amante del calcio posso dire che mi aspetto di più, ma non so da cosa possa dipende. De Boer è una persona seria, si applica sul campo. Hanno cambiato giocatori, allenatori, hanno un nome scomodo da portarsi sul cuore.
Domani torna Rudiger, quanto gli manca per giocare titolare?
Siamo vicini, il ragazzo è sano, è un leoncino, non ha ancora i 90 minuti, ma è dentro la gabbia, vuole farsi vedere. Ha forza, impeto, ma domani farlo partire dall’inizio può essere azzardato. Si può pensare anche di farlo giocare dall’inizio e poi vedere fino a dove arriva. Domani non inizia però.
Quanti margini di miglioramento ha la difesa della Roma con i ritorni di Rudiger, Rui e Vermaelen?
Ti sei dimenticato di Peres. E’ una considerazione giusta, ha tanti margini di miglioramento, non perché chi manca è meglio, ma perché puoi creare una concorrenza, è giusto avere chi ti fa le scarpe, se lui è più bravo è giusto che devi uscire. Marchizza è un giocatore forte, ha voglia di far vedere, ma poi è diverso allenarsi contro Peres, Mario Rui, Rudiger e Vermaelen, si alza il livello dell’allenamento. La formazione la faccio anche in base a quello che vedo durante la settimana, non guardo solo la partita. Se voi veniste con me dentro lo notereste anche voi, ci sono altre questioni a disposizioni per valutare, si eleva tutto, sono giocatori forti che non hanno il timore di prendere gol quando si trovano nella situazione di difficoltà, ne hanno vissute tante, sono giocatori esperti, sono abituati a confronti di alto livello contro attaccanti di spessore, ci darebbero un vantaggio enorme.