La Repubblica (M.Pinci – M.Azzi) – Ci sarebbero due robuste ragioni, seguendo i canoni del made in Italy, per rassegnarsi alla prospettiva di un pomeriggio di calcio pragmatico: l’importanza della posta in palio, trattandosi di uno scontro diretto per il secondo posto, e la necessità di riscattarsi che accomuna la Roma e il Napoli, reduci dai ko in Coppa Italia, con Lazio e Juve. Guai a chi scivola ancora, insomma, nel cruciale anticipo di campionato all’Olimpico, che anche questa volta si gioca di pomeriggio per gli irrisolti problemi di ordine pubblico. Non mancheranno dunque le tensioni, in campo e fuori, con le imponenti misure di sicurezza preparate dalle forze dell’ordine. Poi ci sono i grandi numeri delle due squadre, però: allergiche ai calcoli e abituate a cercare sempre il risultato attraverso il gioco, con un atteggiamento offensivo e spesso spregiudicato, garanzia di spettacolo.
Da derby del sole al derby del gol. Roma e Napoli mettono in campo i due migliori attacchi della serie A: 117 reti in totale, 60 per la squadra di Sarri e 57 per quella di Spalletti. Solo altre tre sfide, in Europa, vantano in questo momento un potenziale sulla carta più esplosivo: Real Madrid e Barcellona, se si affrontassero oggi, sommerebbero infatti al fischio d’inizio 134 centri, uno in più di Monaco-Psg e due di Monaco-Lione. Ma le regine di Spagna sono abituate alle goleade e le difese della “Ligue 1” non sono storicamente all’altezza delle italiane. Fa dunque più notizia il calcio champagne di giallorossi e azzurri, che tra l’altro si confrontano all’Olimpico nelle condizioni teoricamente ideali. Dzeko & C. segnano infatti più di chiunque altro davanti ai loro tifosi, in campionato: 36 volte in 12 gare. Mertens e compagni, invece, si scatenano lontano dal San Paolo: 30 reti fuori casa, 11 in più della Juve. La prolificità del Napoli non è una sorpresa, peraltro. Nessuno ha segnato quanto la squadra azzurra, negli ultimi 5 campionati. Nemmeno quest’anno, dopo l’addio di Higuain e la lunga assenza di Milik, che oggi dovrebbe ripartire tra i titolari. Tutta da vedere la sua sfida personale con Dzeko: che con 29 reti (coppe comprese) guida la classifica stagionale dei cannonieri in Italia. Ma i gol sono garanzia di show e non di risultati.
Sarri ha costruito una macchina da reti: però il suo destino resta legato agli umori di Aurelio De Laurentiis, costretto dai venti di crisi (3 ko nelle ultime 4 partite) a anticipare il rientro da Los Angeles: per esserci all’Olimpico. Il turn over dovrebbe essere di suo gradimento, coi rientri di Ghoulam, Hysaj, Zielinski e Mertens. Poi dipenderà da come va a finire, nelle storie tese tra presidente e panchina. Pure Spalletti, tuttavia, non perde occasione per alimentare i dubbi sul suo futuro: «Potrei dare una risposta alla società già ora, se solo mi chiamassero…», dice. E il fatto che fingano di non sentirlo, sotto sotto, lascia intendere che l’effetto non sarebbe quello auspicato da Pallotta. Intanto il tecnico pensa a una mossa tattica a sorpresa: la difesa a 4 con Juan Jesus, già decisiva nell’andata al San Paolo, dove la Roma riuscì a segnare tre volte, anche giocando in contropiede. Le vie del gol per giallorossi e azzurri sono infinite.