Spalletti: “Roma adesso parliamo”

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Non è finita, non deve finire così, perché è scritto nella storia: nel 1988 la Roma rimontò da una situazione assolutamente analoga, un 2-4 in trasferta, ed eliminò il Partizan Belgrado con una grande esibizione allo stadio Olimpico. Ma oltre alla statistica, nascosta in un passato abbastanza lontano, resta poco per essere ottimisti dopo aver visto una squadra sgretolarsi. Eppure il primo tempo pazzo l’aveva lanciata su una linea retta: i cinquantacinquemila del Parc Ol, sempre rumorosi e caldi anche quando il Lione rischiava di franare, erano rimasti attoniti davanti alla personalità con la quale la Roma aveva ribattuto colpo su colpo ai loro ragazzi, da Tolisso a Lacazette, che fino all’intervallo sembravano calciatori normali. Però, appena ripreso il gioco, si è capito dove la partita sarebbe andata a parare: il secondo tempo è finito 3-0 senza attenuanti. Anzi. Non ci fosse stato Alisson a evitare altri gol, staremmo a parlare di una Roma simile al Psg del Camp Nou.

DELUSIONE – Luciano Spalletti detesta il disfattismo però a questo punto non può negare l’esistenza di un problema: «Beh, mi aspettavo di più. Abbiamo fatto bene diverse cose, male altre, pagando molto nel risultato questo saldo negativo… Perdevamo palloni troppo banali, troppo facili, ci siamo concessi troppo agli avversari, lasciando loro le ripartenze a campo aperto. Il Lione ha giocatori forti davanti, lo sapevamo, eppure abbiamo lasciato loro le occasioni che cercavano». La difesa ha incassato 8 gol nelle ultime tre partite. Come è possibile che la Roma d’acciaio non esista più? «Per me non è un discorso di reparto. Nel primo tempo abbiamo tenuto un certo predominio territoriale, gestendo noi la partita, nel secondo non siamo riusciti ad alzare gli esterni, a tenere il pallone, e ci siamo schiacciati troppo. Avremmo dovuto cambiare ritmo, tenere di più il possesso, invece abbiamo fatto scelte imprecise». I cambi fors e sono arrivati troppo tardi? «Può essere. Sicuramente, per come è andata, qualcosa si è sbagliato. Ma ho notato che chi è entrato ha fatto peggio. Non mi pare che il Lione si sia fermato quando ho inserito Paredes e Perotti. E se fai peggio con i giocatori freschi, significa che anticipare le sostituzioni avrebbe creato danni peggiori».

LA TESTA – Continua ad evitare l’argomento stanchezza, per non dare alibi ai giocatori, però ammette: «Se riuscissimo a mettere in campo le nostre qualità con coraggio, potremmo sopperire a qualche lacuna…». Si riferisce all’organico che non è abbastanza fornito per affrontare le tre competizioni insieme: «I calciatori adesso sono distrutti. E purtroppo questa è una nostra caratteristica: quando ci capita una situazione negativa, tendiamo a portarcela dietro come un peso nella partita successiva. Non siamo gente “caratteriale”, che sa indirizzare la partita da un’altra parte. Siamo puliti nel temperamento. E’ un momento così, un momento complicato».

APPUNTISpalletti non è contento anche del comportamento sulla trequarti avversaria: «Ci sono capitate situazioni favorevoli davanti all’area del Lione. Ne abbiamo avute anche di più di loro. Però si sono perse nel nulla». Non sembra ottimista in vista del ritorno di giovedì prossimo: «Il risultato è pesante, abbastanza difficile da ribaltare. Bisogna essere più determinati e maturi senza perdere le distanze, altrimenti si diventa vulnerabili. Dobbiamo rimettere a posto delle situazioni, di cui dovremo parlare più chiaramente tra noi. Anche in maniera dura, se necessario». Dopo le tre sconfitte in nove giorni che hanno messo la Roma all’angolo, Spalletti è pronto ad alzare la voce.

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