La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Alla fine resta la soddisfazione di aver tenuto testa al Real Madrid, soddisfazione mista al rammarico di quel secondo gol che rende troppo pesante il passivo finale. «Abbiamo fatto un grande primo tempo, abbiamo solo sbagliato a gestire i palloni avuti — dice Luciano Spalletti — La scelta era quella di palleggiare più di loro, avendo la superiorità numerica a centrocampo ne avevamo la possibilità. La Roma è stata brava, anche se evidentemente non a sufficienza. Avevamo delle chance che non abbiamo sfruttato fino in fondo, sono opportunità che non ricapitano facilmente. Siamo stati sfortunati, ma la strada è quella giusta».
TRA METRI E CHILOMETRI – E che la strada sia quella giusta Spalletti se ne è reso conto anche dalla partecipazione del pubblico: «I nostri tifosi sono abituati a vedere grandi calciatori, grandi partite e sanno scegliere quando fischiare e quando applaudire. Hanno visto che i ragazzi hanno fatto uno sforzo, ma non siamo stati fortunati nei premi ricevuti. I presupposti giusti però si erano creati, ma loro hanno questa qualità che quando gli concedi un metro lo fanno diventare un chilometro. Ecco, questa è la differenza, ecco perché loro sono il Real Madrid. Quando quel metro lo abbiamo avuto noi non siamo stati altrettanto bravi a concretizzarlo». Né con Dzeko, né senza di lui. «Avevo già deciso di giocare così prima di arrivare alla Roma. Ma quando Edin è andato in campo ha fatto bene, è entrato subito dentro la partita».
DUBBI FISICI – Già, anche se poi subito dopo il gol di Ronaldo la squadra si è allungata e disunita. «È vero, è un problema che abbiamo — ammette Spalletti — Sul secondo gol retrocediamo troppo, concedendo troppa profondità senza raddoppiare. E poi tante volte restiamo bassi con il centrocampo quando ripartiamo, non siamo equilibrati. Malessere fisico? Non ne voglio parlare, altrimenti dovrei dire ai miei che possono perdere per un mese, concedendogli degli alibi. Certo, se troppe volte arriviamo in ritardo sulle palle dubbie qualcosa c’è da fare».
DA BOSTON – Di fatto, però, la prova della Roma è piaciuta anche dall’altra parte del globo, a Boston, dove James Pallotta l’ha vissuta con la solita intensità. «Sono orgoglioso di questa squadra, è una Roma bella a vedersi — dice il presidente — Spalletti ha studiato bene la partita, la strategia di gioco è stata intelligente. E se l’arbitro avesse dato il rigore su Florenzi sarebbe finita 1-1». Nel caso, un risultato che avrebbe aumentato e di molto l’umore di Walter Sabatini, che poco prima del match è tornato sulla questione delle sue dimissioni. «Sono tranquillo, con Pallotta ci sentiremo nei prossimi mesi — dice il d.s. — Spalletti dice che con le vittorie resterò? Lui è molto generoso e sta facendo un lavoro straordinario. Ma Garcia non era il colpevole, con lui avevamo condiviso dei progetti».