Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Questa volta non fa il minimo accenno al futuro. Luciano Spalletti è ancorato al presente, alle otto partite che mancano per finire questa stagione, che alimenta già molti rimpianti ma può ancora finire in modo positivo. Spalletti non ripete che la sua conferma passa dalla conquista di un titolo, ma il suo pensiero rimane quello perché, coerente ai suoi principi, non tornerebbe mai indietro. E allora, se la Roma è fuori dall’Europa e dalla Coppa Italia, ha ancora la possibilità di chiudere il campionato da protagonista, di difendere il secondo posto e di provare a insidiare la Juve fino alla fine.
PIU’ VICINI ALLA JUVE – I toni di Spalletti sono pacati, l’atmosfera a Trigoria è quasi crepuscolare. L’eliminazione contro la Lazio ha lasciato il segno, ma il tecnico ha fatto quadrato con la squadra per ripartire. In campionato la Roma ha ancora molto da dire. Il tecnico rivendica con orgoglio il lavoro svolto da quando è tornato in giallorosso: «In questi diciotto mesi mi sembra sia stato ridotto il vantaggio della Juventus». Non ha sciolto le riserve sul suo futuro e alla fine magari saluterà tutti, dirà addio ancora una volta alla Roma, ma intanto il tecnico ricorda i valori della squadra che allena: «E’ composta da un gruppo di professionisti seri che ha portato tantissimi risultati a casa. Nel calcio esiste solo la vittoria, ci si diverte solo se si vince. E allora anche l’allenatore deve adeguarsi. In realtà bisogna parlare chiaro ai tifosi, istruirli sul fatto che c’è bisogno di un lavoro, di un programma per riuscire poi a contendere i titoli alla Juventus. Perché loro probabilmente hanno un vantaggio sotto questo aspetto, e non voglio parlare di soldi, di struttura societaria, di modo di ragionare. Hanno un vantaggio, punto e basta. E in questi diciotto mesi mi sembra che sia stato ridotto. Se si vanno a vedere i numeri complessivi c’è un riscontro, però ne parleremo alla fine. Il bilancio si farà dopo queste otto partite». Decisive, per il futuro della Roma, per programmare la prossima stagione. Spalletti lo sa bene: «In queste gare ci giochiamo moltissimo, ci giochiamo la possibilità di avere un futuro importante. Possono determinare il futuro del nostro club, e il lavoro futuro della squadra». Anche se dovesse lasciarlo a un altro allenatore. E’ indispensabile difendere il secondo posto. Ecco perché dopo l’eliminazione in Coppa Italia ha parlato ai giocatori chiedendo di non mollare: «C’è dispiacere per come è andata con la Lazio, e c’è l’insidia che poi possa diventare una delusione difficile da superare. Con la squadra ci siamo detti che bisogna essere ancora più professionali nel modo di lavorare, col sorriso ma anche col ghigno. A Bologna per noi sarà una partita delicata, per questo serve una Roma forte, fortissima».
TOTTI E INZAGHI – A Bologna, Totti partirà ancora dalla panchina. Spalletti rivendica il diritto di relegare il capitano a un ruolo di comprimario: «Io purtroppo devo gestire uno spogliatoio, una squadra. E nelle competenze del ruolo c’è anche la possibilità di cambiare un giocatore a dieci minuti dalla fine. Resto coerente con quello che ho sempre detto: non voglio gestire la storia di Totti, ma il calciatore. Forse l’ho fatto giocare poco, forse l’ho fatto giocare molto, dipende dai punti di vista». Non replica a Inzaghi, che nell’intervista a Veltroni aveva detto che guardando i fatturati e i budget non doveva esserci confronto tra la Lazio e la Roma: «Non conosco dinamiche e conti dei nostri avversari. Sono stati bravi a qualificarsi, noi lavoriamo meglio per i nostri obiettivi che sono ancora molti. Non mi interesa quello che dice Inzaghi».