Il Corriere Della Sera (B.Tucci) – Certo, stasera si gioca la partita di ritorno con il Porto per la Champions: o dentro o fuori. Un’occasione da non perdere perché per la Roma significa prestigio e danaro. Basterebbe uno striminzito 0-0, ma la squadra di Spalletti dovrà andare più in là, se vuole dimostrare di essere una squadra che conta non solo in Italia ma pure in Europa. Già, il campionato: per i giallorossi è cominciato bene. Non si rifilano quattro gol all’Udinese se non sei un gruppo organizzato che può far vedere i sorci verdi a tutte le avversarie di rango, Juve compresa. Ad un patto, però: che la Roma giri come ha fatto nel secondo tempo, perché se dovessimo analizzare quella dei primi 45’ sarebbero guai seri. Il che ha dimostrato ancora una volta che Perotti è un elemento essenziale per il gioco della squadra e di lui non si può fare a meno. Se i miei pochi lettori me lo permettono vorrei fare una piccola, ma toccante riflessione: nel match contro i friulani giocato all’Olimpico c’era un solo italiano in campo: El Shaarawy. Una vergogna? Non so se questo sia il sostantivo giusto. Ma come si può pretendere poi che in campo internazionale l’Italia sia una forza? Una soluzione la si dovrà prendere, altrimenti faremo tutti il tifo per il Sassuolo.
Comincia bene il cammino della Lazio di Simone Inzaghi: a Bergamo non si vince facilmente. Però lascia di stucco la diversità dei due tempi. Nel secondo, i biancazzurri hanno rischiato di essere riacciuffati dopo essere andati a riposo con tre gol di scarto. È un vecchio problema: la Lazio ad un tratto si distrae, è assente e perde aggressività. Questa volta, non bisogna nasconderlo, con la complicità di Marchetti. Si dimentichi tutto in fretta, perché sabato scende all’Olimpico la Juventus. Il pubblico potrebbe avere un ruolo determinante.