Corriere dello Sport (F. Patania) – Lucio da Certaldo, il borgo medievale di Boccaccio in Val d’Elsa, cinquanta chilometri da Coverciano, dopo 56 minuti di conferenza ma sarebbe servito il doppio del tempo per esaurire le domande, ha strappato la standing ovation dell’Aula Magna in cui erano raccolti accanto ai media i vertici della Figc, lo staff con il nuovo capodelegazione Buffon e Zone Boban, direttore tecnico dell’Uefa inviato da Ceferin.
“Chiudo con una promessa. Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionala, ma di sicuro sarò il miglior Spalletti possibile”. Un lunghissimo applauso ha salutato il suo primo passo da nuovo commissario tecnico, il ventunesimo nella storia della Nazionale, il secondo nato in Toscana dopo il viareggino Lippi, il terzo a entrare con il titolo di Campione d’Italia in carica (Helenio Herrera e Antonio Conte i predecessori). Un’esperienza estrema, totalizzante, a cui si dedicherà con anima e corpo. Forse era scritto, dopo l’addio di Mancini, dovesse esordire in Macedonia, interpretando il comune sentimento del popolo italiano. La mission è nota: rialzare l’Italia, riportandoci dopo dodici anni al Mondiale.