Gazzetta dello Sport (M.Nicita) – Dall’Olimpico all’Olimpico il Napoli chiude un cerchio che dà un segnale forte al campionato. Niente meteore, gli azzurri non mollano niente e sanno vincere in vari modi. Dalla vittoria qui contro la Lazio a questa ottenuta ora contro la Roma, undici partite undici vinte su ogni campo d’Italia e d’Europa e un messaggio chiaro alle contendenti per lo scudetto: la Banda Spalletti ha saputo vincere due volte, e bene, nella capitale. L’Inter ci ha già lasciato le penne, vedremo cosa farà il Milan. Luciano, che finalmente ha battuto sul campo l’amico portoghese, non cerca rivincite dialettiche: “Io non voglio andare a parlare su quelle che sono le parole di Mourinho, voglio fare la mia analisi della partita. Era una partita piena di trappole, la mia squadra l’ha interpreta benissimo pur sbagliando qualche costruzione facile, però poi è andata a cercare di scavare delle situazioni che potessero portarci dei vantaggi, senza correre il rischio di rimanere disordinati. Abbiamo creato quelle due o tre occasioni da gol dove poi si è costruita la vittoria, non ha mai concesso quello che sono bravi a fare loro. Plauso maggiore ai miei perché abbiamo vinto anche così“.
Con Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone in panchina si pensava che Spalletti potesse anche cambiare a metà ripresa il centravanti, visto che Victor Osimhen non era stato eccezionale fino a quel momento. Invece ha scommesso ancora sul suo numero 9 e non ha sbagliato: “Noi abbiamo bisogno di Osimhen per fare gol e accelerazioni improvvise che solo lui ha. Victor quando avrà messo a posto un po’ di emozioni diventerà fortissimo. Certe volte vuole andare solo, lui però è fisico e forte e abbiamo bisogno di lui dal punto di vista di completezza di squadra e anche per le palle inattive, dove è fortissimo di testa. Lo abbiamo servito poco lo scorso anno. Ora stiamo migliorando. E anche in fase difensiva sui calci d’angolo che hanno battuto loro, abbiamo bisogno di Victor. Il suo gol è da giocatore top. Eccezionale. Qualche minuto prima invece ha sbagliato. Un pezzo di non bravura. Ma l’ho visto molto cresciuto“.