Spalletti e Roma, l’esame più duro

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Tuttosport (S.Carina) – La filosofia di Luciano Spalletti del passo alla volta («Chi pensa alla sfida di Champions non ha capito niente», prima della trasferta di Modena contro il Carpi) ha dato i suoi effetti. La Roma si gode il ritorno al terzo posto, aspettando questa sera di conoscere l’esito di Fiorentina-Inter. E soprattutto con la consapevolezza che il Real Madrid rimane certamente un Himalaya da scalare, ma «ce la vogliamo giocare, sarà difficilissima, ma non andiamo in gita, ha spiegato» il tecnico. Le parole di Spalletti sono la stella polare dell’avvicinamento al match di mercoledì di Champions. La stessa competizione che la Roma deve giocoforza giocare anche il prossimo anno per non alterare le strategie finanziarie e di programmazione del club. Proprio in quest’ottica, difficilmente verranno presi rischi. Ergo, chi giocherà starà bene.

ZERO RISCHI –  Il discorso si sposta su Daniele De Rossi, Kostas Manolas e Mohammed Salah. Se gli ultimi due hanno già lanciato segnali positivi ieri e in giornata dovrebbero tornare a lavorare con il resto del gruppo, qualche dubbio in più aleggia sul nazionale azzurro. Il centrocampista aveva dato la sua disponibilità già per mercoledì scorso. Il tecnico, però, non si è fidato. È vero che Daniele non ha riportato lesioni al polpaccio e il fastidio che avverte riguarda un paio di cicatrici passate, che ciclicamente gli procurano dolore. Meglio tuttavia non rischiare. Tra quattro giorni il canovaccio sarà lo stesso, anche se stavolta terapie e riposo dovrebbero fare la differenza ed essere decisivi ai fini del reintegro. Impressioni? Alla fine sarà della partita. Anche se la forza di Spalletti in questo primo mese di lavoro è il coinvolgimento del gruppo, divenuto totale. I calciatori lo hanno capito. Della serie: chi merita, avrà prima o poi la sua chance. Nessuno si sente escluso a priori. Nelle prime quattro gare della sua gestione il tecnico arrivato al posto di Garcia ha utilizzato 23 giocatori: messaggio inequivocabile per chi deve seguirlo. Anche sotto la curva dei tifosi, come è successo venerdì sera a Modena. Tutti dietro Spalletti che, sotto il diluvio, ha fatto da apripista per l’abbraccio con la gente arrivata in Emilia al seguito dei giallorossi. Un abbraccio che l’allenatore vorrebbe rivedere pure all’Olimpico. Magari già da mercoledì, in Champions, contro il Real.

IL RITORNO DI EDIN –  Nella sfida contro i Blancos di Zidane si capirà se realmente Dzeko è uscito dal letargo. Il ritorno al gol dopo 81 giorni d’astinenza (l’ultima rete era stata in Champions contro il Barcellona; l’ultimo centro in campionato invece tre giorni prima contro il Bologna) non basta per certificarlo, anche se è stato celebrato dall’attaccante come una liberazione e con la dedica alla figlia Una, nata pochi giorni fa. Una rete che gli ha fatto ritrovare anche la voglia di riscrivere sul proprio profilo Instgram: «L’importante è crederci sempre». Ora però Dzeko deve trovare continuità. Farlo contro Cristiano Ronaldo e compagni sarebbe il miglior biglietto da visita per la Roma nella corsa al terzo posto in campionato con Inter, Fiorentina e Milan. Il centravanti contro il Real ha già lasciato il segno. Era il 18 settembre del 2012: l’ex City segnò il gol del vantaggio al Bernabeu per il Manchester di Mancini, che poi perse in modo incredibile per 3-2 dopo aver segnato il nuovo vantaggio del 2-1 con Kolarov a 5 minuti dal termine. In campo c’era pure Maicon (che mercoledì contende una maglia a Florenzi, in evidente flessione). Un altro che di partite del genere se ne intende.

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