Spalletti abbatte il cranio sulla tavola ed è un capolavoro

conferenza spalletti

Dagospia (G.Dotto) – Voglio dirlo e scandirlo, qualora sia sfuggito a qualcuno. Lucio Spalletti potrà anche non vincere una beata mazza da qui all’eternità, ma lui che, in conferenza stampa, abbatte il cranio sulla tavola e lo percuote più volte a corpo morto come le marionette al Pincio, essendo lui allo stesso tempo il burattino e il burattinaio, noncurante dell’eventuale frattura, è tale capolavoro che consegna di per sé la sua esistenza alla grandiosità. Poco importa che il quadro possa essere quello della psicopatologia. Ben venga l’eventuale malattia mentale, una vera esplosione di salute, se fa saltare la palude rancida delle cose che non si vergognano di replicare all’infinito. Il suo geniale ridursi/tradursi in un Pinocchio contemporaneo, per ribellarsi d’un lato alla satanica mediocrità del contesto/catasto, e metaforicamente mostrare dall’altro, che si può fare di sé, ovvero farsi fuori in diretta pubblicamente, quello che si vorrebbe, ma non si può fare dell’altro. Voce tremula e allocca e le sue domande cretine dunque assassine. Con questo gesto pubblico, visivo e sonoro, il suono di quella fronte che cerca il limite oltre il quale spaccarsi in due come un’anguria che non ne può più di stare al mondo, Spalletti si colloca di due spanne sopra qualunque comunicatore calcistico e non dell’ultimo secolo, relegando anche uno come Mourinho al rango della comparsa.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti