Spadafora: “Il 13 giugno ad oggi non può essere una data certa per la ripartenza”

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di casanapoli.net in merito alla ripresa del campionato, della questione legata al protocollo sanitario e la situazione negli altri campionati europei. Queste le sue parole:

Il campionato può ripartire il 13 giugno?

Noi stiamo lavorando per fare in modo che dopo che sia ripartito il campionato, poi possa anche concludersi. La prudenza utilizzata è stata interpretata male. Sappiamo, o meglio, speriamo ripartono da lunedì gli allenamenti. Il Governo ha dato il suo via libera, ora dipende dai club. Per il campionato bisognerà vedere le curve del contagio dopo la riapertura vera del 18 maggio. Il mio auspicio è che si possa riaprire il 13 giugno, ma non può essere una data certa oggi.

In merito alle polemiche legate al calcio

Quando ho risposto in modo duro al mondo del calcio è perché pretendevano una data certa non oggi, che sarebbe legittimo, ma tre-quattro settimane fa avevano gli ospedali pieni. Quello che ho trovato inopportuno è che sembrava il calcio dovesse andare avanti comunque. Si sono fermate le Olimpiadi signori. Ora se ci sono le condizioni bisogna riprendere, ma facendo le cose per gradi. Se i dati ci conforteranno sicuramente riprenderanno anche i campionati di calcio come delle altre discipline sportive.

E’ possibile una ripartenza senza le restrizioni previste dal protocollo?

Il protocollo la Figc lo aveva accettato, poi qualcosa non è andato bene nel mondo del calcio. Evidentemente tra Figc e Lega non c’è uniformità. Quella dell’isolamento è stata proposta in modo spontaneo dai presidenti Dal Pino e Gravina quasi un mese fa. Sulla responsabilità penale l’Inail ha chiarito bene e ricade solo se non c’è attuazione dei protocolli. Il tema vero è quello della quarantena perché rimanendo così con l’inizio del campionato c’è il rischio che una squadra possa restare ferma 14 giorni. Nei prossimi giorni potremo riparlarne, ma prima bisognerà vedere la curva dei contagi.

Sulla mancata uniformità con gli altri paesi

Devo confermare a malincuore questo. Mi sono consultato con il Ministro francese ma non c’è una linea comune. I paesi hanno comunque affrontato la pandemia in modo diverso. Si parla tanto del protocollo tedesco ma poi abbiamo visto che è più un auspicio che un protocollo perché la squadra di serie b in Germania è stata messa tutta in quarantena per 14 giorni. Nessuno ha la certezza di come si possa ripartire nel modo migliore. Inviterei un po’ tutti a fare meno i fenomeni. Ricevo molti messaggi sui social di calciatori che cercano di esprimere le loro preoccupazioni. La differenza di posizioni non è incoerenza del Governo. Siamo tutti di fronte per la prima volta a una situazione del genere.

 

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