Il Messaggero (A. Angeloni) – Chissà, forse Claudio Ranieri ce l’aveva proprio con Matias Soulé nel post Empoli-Roma, quando ha parlato di un calciatore “che ha pensato un po’ a se stesso“. Nessun dramma, farebbe solo parte di una gestione lungimirante. Un messaggio chiaro per un ragazzo, già cresciuto dopo un avvio al buio. Nel primo tempo di domenica, Soulè è stato perfetto. Nella ripresa, forse, si è fatto un po’ prendere dalla voglia di stupire. Ma la notizia di oggi è che la Roma finalmente ha ritrovato un giocatore in più su cui poter contare.

Soulé in questa fase è un giocatore che si incastra bene nei meccanismi della squadra. Da titolare, al posto della Joya, è apparso con Parma e Empoli, decidendole entrambe. Con Dybala erano diventati amici incompatibili. E poi il paragone non era proponibile: Paulo ha superato i trent’anni, è un fuoriclasse affermato; Matias è un campioncino in divenire, con il peso di trenta milioni sulle spalle. Le cose cambiano in fretta, bisognava solo attendere e soprattutto ci voleva la mano di Ranieri. Il sogno di Soulè, da sempre, era quello di stare accanto a Paulo, glielo scrisse in un messaggio quando la Joya lasciò la Juve. A distanza di tre anni, eccoli lì, insieme. Ora sono tornati a braccetto, convivere non è più eresia. Resta il fatto che anche oggi c’è una Roma con e una Roma senza Dybala. Matias è lì, saprà aspettare per poter diventare come suo fratello.