Il Messaggero (A. Angeloni) – Diamogli tempo. É giovane, si farà: deve attendere il suo momento, ora non deve strafare. Matias Soulé è accompagnato da questo refrain, ma lui ha fretta: vuole dimostrare, deve farlo. Sul collo quei trenta (25,6 più 4 di bonus) milioni di euro che la Roma ha speso per lui poco più di due mesi fa, quando l’allenatore era De Rossi, quando Dybala era un promesso uscente e quando il 4-3-3 era disegnato per le sue caratteristiche. Poi, c’è stato il temporale: Daniele è stato mandato via su due piedi. Paulo nel frattempo era rimasto e la Roma non gioca più con il 4-3-3.
Juric apprezza le qualità di Matias, ma ha dichiarato pubblicamente che Dybala, se sta bene, è il titolare. E quindi? Soulé è la riserva di Paulo. E un trequartista. dice Juric. Contro l’Udinese, il nuovo allenatore ha schierato Pellegrini e, con il Bilbao, Baldanzi.
Quindi, ricapitolando: al momento, Soulé viene dopo Dybala e dopo Baldanzi, che riesce a sviluppare una fase difensiva che Soulé non è in grado di garantire. Su cinque partite di campionato e una di Coppa, Matias è stato titolare tre volte, senza mai lasciare traccia. E questo lo ha portato a sbagliare spesso. Domenica arriva il Venezia all’Olimpico e Soulé ritroverà l’allenatore che lo ha valorizzato lo scorso anno a Frosinone, ovvero Eusebio Di Francesco. Giocatori come Matias, giovani, un solo anno di esperienza in serie A, vanno attesi, con pazienza, senza troppe pressioni.