Ma solo a Napoli la fase difensiva era da scudetto

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Corriere Dello Sport (R.Maida) – Tutto bello e spettacolare ma la difesa? Su questo punto insiste senza soluzione di continuità Luciano Spalletti: una squadra che punta allo scudetto non può incassare più gol del Chievo. Sembra assurdo ma è proprio così: nelle prime otto giornate la Roma ha concesso 10 reti agli avversari, a una media di 1,25 a partita. Nella classifica delle difese viene dietro alla Juventus, che ne ha presi la metà (5), ma anche dietro al solido Genoa di Juric e a Fiorentina, Lazio, Napoli, Chievo e Torino.

CONFRONTO – Non è un problema nuovo, del resto. Lo scorso anno, all’ottava giornata con Rudi Garcia, la Roma aveva subito lo stesso numero di gol: 10. E grazie a un gol segnato in più (20 anziché 19) aveva anche un punto in più in classifica. E’ evidente che gli squilibri, su cui sta lavorando ora Spalletti, non sono una novità recente. Va però aggiunto che da quando la Roma ha rinunciato a uno dei due terzini-ala ha ridotto considerevolmente i rischi: contro due grandi avversari, Inter e Napoli, è stata colpita “solo” due volte.

DIVISIONE – Mediamente, è una Roma sufficientemente solida nei primi tempi e molto più fragile nei secondi: dopo l’intervallo ha concesso il 70 per cento dei gol, dunque 7 su 10. Nemmeno questo dato appare casuale. Nella seconda fase delle partite la squadra si lancia più frequentemente all’attacco, come mostra il fattore offensivo: 13 gol segnati su 19 nei secondi tempi e addirittura 5 tra il 75’ e il 90’ (più recuperi). Con la Roma insomma non ci si annoia mai, fino all’ultimo secondo.

ACCORGIMENTI – Ma questa fragilità di fondo a Spalletti non piace. Da qui gli allenamenti specifici che la squadra svolge, sotto gli occhi del fido Daniele Baldini che è specializzato proprio sulla fase difensiva: sia sulle azioni di gioco che sulle palle inattive, che sono costate ad esempio il gol del Napoli sabato. Con la difesa a tre e mezzo del San Paolo, effettivamente, la Roma si è ricompattata concedendo poco. Con i rientri degli esterni d’attacco, Salah da una parte e Perotti dall’altra, e con Florenzi bravo a sdoppiarsi tra linea difensiva e quintetto di centrocampo, il Napoli ha faticato a trovare spazi. E Szczesny è stato chiamato in causa per una parata vera soltanto una volta, nel primo tempo da Ghoulam. Diverso era stato il rendimento difensivo con l’Inter, che si era costruita diverse occasioni per segnare prima del provvisorio pareggio di Banega. In quel caso però il contributo di Salah, già sterile in attacco, era stato praticamente nullo in fase di non possesso. E la mossa di Florenzi trequartista al posto di Nainggolan non è bastata a garantire una sufficiente stabilità in mezzo al campo. Dall’esempio di Napoli, che ha dimostrato come si possa giocare una partita d’attacco basandosi quasi integralmente sulle ripartenze, la Roma può trarre un insegnamento utile anche per le partite con le piccole, alla vigilia di sei partite teoricamente abbordabili da qui al derby del 4 dicembre.

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