La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Mourinho punta a vincere l’ennesima sfida della sua vita. Lo Special One ha accettato di allenare nella Capitale per tre motivi: l’empatia con i proprietari, l’ansia di vincere dove non succede da quasi quindici anni e la voglia di dimostrare che è ancora in grado di dire la sua, e anche molto bene. “Piano, bisogna andare piano” diceva il portoghese giovedì sera dopo il suo esordio ufficiale sulla panchina giallorossa, rispondendo a chi gli chiedeva se era l’uomo giusto per riportare un trofeo a Trigoria. Ma non è legato ad una mancanza di fiducia, anzi.
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Mourinho sa bene che la sua ambizione va oltre ogni possibile traguardo e che l’obiettivo finale è ovviamente quello di vincere, ma sa anche che il punto di partenza è quello che è. La Roma viene da un settimo posto e da una distanza di -29 dallo scudetto, -16 dalla Champions. La possibilità di rimontare c’è ancora e per riuscirci Mou sta lavorando su quelle che ha individuato come le falle principali della Roma ereditata da Fonseca: la solidità difensiva e la forza caratteriale. Ha dato subito equilibrio difensivo alla squadra, ma soprattutto gli sta cambiando mentalità, infondendo carattere, personalità, voglia di vincere. Poi si potrà anche pareggiare o perdere, come dice spesso il portoghese, ma il cambio di mentalità sarà funzionale anche per il futuro, per arrivare a vincere qualcosa.