Soleri: “Lo scudetto con la Primavera è il mio ricordo migliore. L’esordio in Champions League è stato stupendo” – VIDEO

Oggi al Padova, ma con un passato nelle giovanili della Roma, Edoardo Soleri è stato intervistato dall’emittente giallorossa per il programma “A casa dell’ex”. Il calciatore, classe 1997, ha parlato delle sue esperienze all’estero e del suo passato con la Primavera, con la quale ha vinto il titolo nella stagione 2015/2016. Queste le sue parole:

Sei rimasto a Padova, come va?

Sì, sono rimasto a Padova perché i primi casi di Coronavirus sono stati qui vicino e quindi siamo rimasti bloccati. Facevamo solo il tragitto casa-allenamento, da un po’ di giorni neanche più quello.

Il tuo campionato si è fermato anche prima della Serie A, quindi inizia ad essere un bel po’ di tempo che siete fermi…

Alcune partite si sono continuate a giocare, le nostre e quelle dei territori più vicini appunto le hanno sospese. Fino all’ultimo momento, perché magari arrivavamo il giorno prima che ci dicevano che si giocava e poi il giorno dopo era tutto annullato. Siamo fermi da quasi un mese a questo punto.

Quanto ti manca il campo?

Tanto, perché comunque è la quotidianità di tutti quelli che fanno questa professione. Oltre il campo anche lo spogliatoio, gli scherzi, le battute. Manca un po’ tutto

Per te rimanere bloccato è un po’ un paradosso visto che sei un ’97 ma hai già girato tutto il mondo. Stare a casa che sensazione ti da?

Strana, perché appunto a me piace uscire. Ho girato tanto, per fortuna adesso sono tornato in Italia e sono contento, perché dopo tutte queste esperienze all’estero l’Italia mi mancava. Stare chiuso a casa è strano, però è quello che in questo momento dobbiamo fare per il bene di tutti. Non ci sono altre soluzioni finché non si trova un vaccino o una cura.

Da quando sei uscito da Trigoria sei stato in Olanda, Portogallo, Spagna. A 22 anni hai girato il mondo. Fa parte del tuo carattere o è stata una casualità della tua carriera?

Ho fatto un po’ di Erasmus (ride, ndr). Un po’ tutti e due. Mi piace confrontarmi con altre realtà, il fatto che viaggiavo fin da piccolo ha fatto sì che nel momento di scegliere io non mi sono fatto problemi. Altri magari hanno paura di prendere l’opportunità e provare altri campionati, altre culture. Io ho preso la valigia e sono partito, ho provato. Queste esperienze mi hanno aiutato a crescere a livello umano ma anche a confrontarmi con altri campionati, quindi a livello calcistico sicuramente sono migliorato tanto.

Portogallo e Spagna anche per la lingua non erano un problema. L’Olanda?

L’Olanda è impossibile. L’olandese è una delle lingue più difficili che io abbia mai provato ad imparare. Uno ci prova quando è lì, ma ho dovuto rinunciare subito per quanto era difficile. Per fortuna molti parlano inglese, mi sono saputo adottare piano piano.

Finalmente Italia, volevi fortemente tornare. Come ti stai trovando a Padova?

Finalmente sono tornato in Italia, perché essere l’unico italiano in un gruppo all’estero è un po’ difficile. Non ti dico che ti fanno fuori, ma l’Italia è più accogliente. In uno spogliatoio, quando ci sono gli stranieri, l’italiano tende ad accoglierlo più volentieri. Questa è la mia esperienza personale. Sono contento di essere arrivato a Padova perché mi hanno voluto fortemente e le cose stanno andando bene.

Ti sei fatto voler bene col quel gol al Vicenza…

Ho fatto gol al derby e ancora mi ringraziano per questa cosa qui a Padova. Apparte quello, mi sto trovando bene. La città è bella, ho preso un cane, è tutto positivo per fare bene qua.

Il derby ce l’hai un po’ nel destino. In Primavera hai segnato 6 gol alla Lazio in due partite, una di Coppa Italia e una di campionato

Quell’anno appena vedevo la Lazio mi scatenavo. Sono riuscito a fare addirittura due triplette.

36 gol in 37 partite e qualcuno ti diceva che potevi segnare di più…

Sì, Massara. In realtà lui voleva che ne facessi 35, ma nel momento in cui vedeva che c’ero quasi mi diceva che sarebbe stato un peccato se non fossi arrivato a 40

Il tuo ricordo migliore rimane lo Scudetto o la stagione della Coppa Italia, Supercoppa e titolo di capocannoniere?

Nella finale della Coppa Italia c’era Zaniolo in campo con la Virtus Entella, ancora me lo ricordo, era il giocatore più forte. De Rossi aveva preparato la partita su di lui, si vedeva già che era un giocatore fortissimo. A livello personale penso che la stagione dei 36 gol per me è stata la migliore. Però il ricordo dello Scudetto, la cavalcata mi rimarrà sicuramente impressa. Anche la semifinale di Youth League è un altro bel ricordo di quegli anni, ma lo Scudetto sicuramente è quello più indelebile.

Durante la stagione dello Scudetto c’è stato l’esordio in Champions League

Il giorno dopo mi sono svegliato e pensavo che fosse un sogno. Pensavo fosse ancora il giorno della partita. Non sarei dovuto entrare, in realtà. Stava per entrare Uçan, mi sembra che Torosidīs segnò il gol del 2-3 e mister Garcia mi disse di tornare a scaldarmi. Tempo di arrivare alla bandierina e mi dice “vai, entra”.Non me l’aspettavo, sono stato fortunato: forse il momento più bello vissuto. Non avevo nemmeno 18 anni. Una cosa stupenda.

Cosa ti aspetti dal futuro, in generale?
Spero di tornare a giocare in quei palcoscenici. Sicuramente mi sono frenato facendo queste scelte dell’estero, perché finora non hanno pagato. Sono migliorato, ma non hanno dato il risultato che avrei voluto avessero. Sicuramente tutti questi sacrifici che ho fatto e che mi stanno arricchendo me li sto ritrovando adesso, spero di raccogliere tutti i frutti di quanto seminato in questi anni.

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