Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – L’hanno chiamato in tutti i modi: Pupone, Gladiatore, Leggenda, Capitano, Eroe, ma lui è semplicemente Francesco Totti, un ragazzo di Porta Metronia che ama il calcio e far vincere la Roma. Per lei darebbe tutto come ogni tifoso puro farebbe e in quest’ultimo anno molti di noi si sono sentiti come lui. Frustrato per una Roma che poteva essere e che non è stata, nervoso per non poter aiutare i compagni per dei problemi muscolari, sconsolato quando vede la sua squadra andare male ma Totti è veramente una di quelle parole citate prima: Eroe, o meglio Supereroe. Il 21 febbraio 2016 è una data cardine per il Capitano della Roma. L’esclusione dalla lista dei convocati per la partita contro il Palermo segna una linea di confine tra il vecchio e il nuovo Totti, tra quello che non si accontenta soltanto della panchina a quello che si rende utile anche negli ultimi minuti. Ad aprile, contro il Bologna, comincia la sua scalata verso la distruzione degli scettici, verso quelli che lo ritenevano finito e ai margini della Roma. Entra nel secondo tempo e cambia la partita, i giallorossi pareggiano ma la magia si sente, si percepisce e si concretizza una settimana dopo quando da leader si prende per mano la Roma e in 10 minuti pareggia la partita contro l’Atalanta.
Non passano nemmeno quattro giorni che succede qualcosa di incredibile, un qualcosa che accade soltanto quando giochi a livello principiante alla Playstation. Totti contro il Torino siede in panchina, come successo quasi sempre lo scorso campionato, con la partita che va a fiammate ma che trova la Roma in svantaggio per 2-1 nella ripresa. Spalletti decide di fare alzare il Capitano e il pubblico si scalda, l’Olimpico, ammutolito da una possibile sconfitta, prende vita e diventa una bolgia, un’arena come il Colosseo dove i leoni sono pronti a sbranare gli avversari. Totti entra in campo gli ultimi quattro minuti e quelli bastano per eseguire la magia delle magie. Punizione di Pjanic e gol del “Bimbo de Oro” che la butta nel sacco al primo tocco. Non è finita qui perché pochi secondi dopo Dzeko si guadagna un rigore con furbizia ed esperienza. C’è lui a battere, la sua freddezza, gli occhi di ghiaccio che non lasciano trasparire nulla, l’esperienza di uno che ne ha tirati tanti e pesanti (ottavi di finale nel Mondiale contro l’Australia) ma questo è diverso, questo è per il popolo che ama, per quelli che lo hanno sempre sostenuto. Fischia l’arbitro e Totti non sbaglia, non poteva sbagliare, era la magia che si doveva compiere, un destino che doveva essere scritto e che doveva andare così. La Roma ha vinto, in quattro minuti Totti ha ribaltato tutto, ha capovolto il pensiero degli scettici e chissà, anche quello di Pallotta per il contratto.
Il resto è storia, ne fanno le spese Napoli, Genoa e Chievo. Totti non lascia nulla al caso e in estate rinnova per un altro anno, l’avventura con la Roma non sembra finire mai e chissà quando finirà. Quest’anno il Capitano ha giocato poco, gli stop fisici si fanno frequenti ma le giocate rimangono. Gli basta un tempo contro la Sampdoria per far vincere la Roma, gli basta un tocco di prima per mettere Dzeko e Salah davanti la porta contro il Crotone. Lui è Francesco Totti, e tutto noi vorremmo essere dei Supereroi come lui.