Corriere dello Sport (G. Marota) – Anche l’insuperabile Chris Smalling ha tremato una volta. Anzi due: è capitato contro l’Inter in entrambe le gare della passata stagione di Serie A terminate 0-3 (all’Olimpico) e 3-1 (a San Siro) in favore dei nerazzurri. Le sconfitte diventano tre se alla lista si aggiunge il 2-0 di Coppa Italia, perché pure in quella circostanza l’inglese ha giocato 90 minuti senza riuscire a evitare il tracollo della squadra di José Mourinho.
In un’annata da incorniciare a livello fisico (due soli infortuni a dispetto dei 10 accumulati nelle prime due stagioni di Roma) e per condizione (atletica, tecnica e mentale), Smalling ha avuto il suo tallone d’Achille proprio negli attacchi di Simone Inzaghi. Li ha sofferti tutti, uno dopo l’altro: l’ex compagno di squadra Edin Dzeko, Correa, Lautaro e Sanchez, approdato al Marsiglia.
Il ritorno del campionato dopo la sosta potrebbe restituire all’Inter pure Lukaku, ai box da fine agosto per un problema muscolare. Il belga proverà a scendere in campo e, nel caso in cui fosse disponibile, assisteremmo di nuovo a quel duello rusticano fatto di spallate, contrasti e corpo-a-corpo che caratterizzò le prime due sfide italiane tra i due calciatori con un passato in Premier League. La Roma si aggrappa a Smalling, che l’Inter in carriera non l’ha mai battuta: il suo bilancio parla di 3 pareggi e 3 sconfitte, con una sola gara a reti inviolate il 6 dicembre 2019 (0-0).