La Roma non si fida della difesa. Anche l’attacco così va in crisi

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Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Un numero è così eloquente da non aver bisogno di spiegazioni. Il nono attacco del campionato (42 gol) rappresenta un reparto che:

1) ha un fantasista come bomber (Ljajic, 8 reti);
2) ha il secondo miglior marcatore che ha segnato metà dei gol su calcio di rigore (Totti, 6);
3) ha il terzo cannoniere che ora gioca altrove (Destro, 5).

L’altro «macro numero» sembra dare una traccia e, invece, depista. Con 23 gol subiti la difesa giallorossa è, statisticamente, la seconda del campionato, dietro la Juventus che ne ha incassati 15. Sotto la superficie, però, c’è una realtà ben diversa. La fase difensiva ha subito una preoccupante involuzione e ancora peggiori sono stati gli errori dei singoli. La lista dei gol fantozziani è lunga: il rigore regalato da Maicon ad Aguero dopo 4’ in Manchester City-Roma 1-1 (30 settembre); l’imbarazzo della scelta nell’infausto Roma-Bayern 1-7 (21 ottobre); la dormita di Cole su Raimondi in Atalanta- Roma 1-2 (21 novembre) al 1’; l’harakiri di De Sanctis su Zaza in Roma-Sassuolo 2-2 (6 dicembre); un altro errore del portiere, a tempo scaduto, in Cska Mosca-Roma 1-1 (25 novembre); l’assist di Astori a Dybala al 2’ di Palermo-Roma 1-1 (17 gennaio); la dormita collettiva in Feyenoord-Roma 1-2, con l’avversario in svantaggio e in 10 (26 febbraio); il «via libera » lasciato da Iturbe a Eto’o in Roma-Samp 0-2 (16 marzo); l’assurdo rigore di Cholevas su Mati Fernandez e la papera di Skorupski in Roma-Fiorentina 0-3 di Europa League (19 marzo); la dormita di Cholevas su Bruno Peres in Torino-Roma 1-1 (12 aprile); il rigore su un’azione priva di ogni pericolosità regalato domenica da Astori contro l’Atalanta (1-1).

La squadra non si sente protetta e va in campo con la paura. Quasi nessuno cerca più la giocata difficile, per timore che possa partire la ripartenza avversaria. Proprio il contrario dell’anno scorso, quando l’ombrello di Castan e Benatia, più la sagacia tattica di Strootman, erano un’assicurazione sulla vita. Ma due si sono infortunati e uno è stato venduto al Bayern. Da lì, a ricasco, tutti i problemi.

Il dato psicologico è diventato un fardello. Iturbe è crollato ed è pronto anche ad andare via da Roma per ricostruire la sua carriera. Non sarà semplice trovare la soluzione: dargli fiducia o mandarlo in prestito? A Milano, contro l’Inter, lascerà il posto a Gervinho, se l’ivoriano riuscirà ad allenarsi bene e accetterà di rischiare qualcosa. Come ha fatto per mesi Pjanic, che adesso si trova con una caviglia a pezzi che potrebbe richiedere anche un’operazione. In cambio ha ricevuto critiche, insulti e un accendino in testa. Chi ha preso il suo posto non ha certo fatto meglio. Alcuni atteggiamenti di Paredes, ad esempio, non sono piaciuti a parecchi compagni. E Garcia ha operato in tal senso.

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