La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini/C. Zucchelli) – C’è poca voglia, ma c’è pure poca chiarezza. La Roma di Rudi Garcia non è più una squadra riconoscibile. Verrebbe da dire semplicemente «non è più una squadra ». Non c’è un reparto dove non ci sia un equivoco, un perché senza risposta, un blocco di titolari definito, anche solo un giocatore rivalutato dal rendimento stagionale rispetto alla quotazione di inizio campionato. La Roma è sparita, figlia di equivoci che chiamano in causa tutte le componenti. Ma anche il suo allenatore, che non è più al centro del villaggio Roma. Non è più intoccabile e indiscutibile: quello che toccava prima diventava oro. Tutto era riconducibile a delle linee guida chiare. Adesso no. Adesso succede che in una partita (vinta, a Cagliari) si elogia la «fame» dei giovani, spiegando quanto siano state decisive le loro motivazioni. E poi solo 7 giorni dopo vengono schierati Gervinho e Doumbia appena atterrati dalla Costa d’Avorio. Non è un caso che da quel giorno una Roma già in frenata sia finita in testacoda a ogni giro di pista.
PJANIC E poi crollano le motivazioni. E poi crollano pure i riferimenti. Prendi Pjanic, un anno fa splendido interprete del ruolo di mezzala e 12 mesi più tardi intristito nel rincorrere gli avversari, perché dietro non ci sono più Benatia e Castan che negli unocontrouno se la cavavano da soli. Oggi Miralem ha collezionato 8 ammonizioni: a questo punto dello scorso campionato, i gialli erano 5, di cui 2 in un’unica partita.
HOLEBAS In difesa il caso clinico è Holebas, che sta inanellando una serie di prestazioni negative tali da mettere in discussione pure la legge dei grandi numeri. Ma è un obbligo mandarlo in campo? Ma Cole, che pure ha mostrato lacune enormi, è peggiore persino di questo Holebas? E ancora: Torosidis a sinistra è una soluzione dimenticata?
ITURBE E TOTTI Accantonata è anche la soluzione Iturbe. Che certo quasi nulla ha fatto per meritarsi uno spazio degno di questo nome. Ma quel poco, pochissimo che si era intravisto tra Torino e Napoli — l’esperimento da centravanti — avrebbe meritato almeno una prova ulteriore. L’ex Verona era parso quantomeno un giocatore di calcio, non solo un quattrocentista. Riportato sulla fascia, è definitivamente evaporato, fino a mangiarsi le unghie in panchina dal nervosismo. Di Totti, cosa dire? Che la Roma non sia brillante, per mille motivi, è un fatto acclarato. Concedere 90’ al capitano nel giorno del rientro dopo un mese è sembrato un azzardo «atletico» che il resto della squadra ha finito col pagare, anche con il «torello » di Reja.
GIOVANI Torello a cui non si sono iscritti Verde e Uçan, la cui gestione lascia per strada qualche interrogativo. Del napoletano si sono perse le tracce, quando per un periodo sembrava non se ne potesse fare a meno. Il turco è sparito quando invece sembrava aver fatto intravedere passi in avanti: titolare a Cesena, nella partita che doveva segnare — e per un periodo così è stato — la rinascita, non degno neppure di un minuto contro l’Atalanta. Quando invece il titolare era Paredes, che continua a fallire una dopo l’altra le prove d’appello. E che avrà forse disorientato anche il disorientante Garcia.