Tre giocate in altrettanti derby, per un piccolo solco nella memoria sconfinata dei tifosi: «Sei grande, anche solo per quello che hai fatto contro la Lazio», gli ha urlato qualcuno dalla Curva Sud, al momento dei saluti. Fabio Simplicio ha rescisso il contratto, lascia Roma e vola in Giappone, dove giocherà per il Cerezo di Osaka: «Tra Palermo e Roma ho trovato in Sabatini un dirigente che non mi vedeva. Certe cose non mi sono piaciute», ha detto con pizzico di rammarico.
L’addio arriva al culmine di una sequenza surreale: il brasiliano viene presentato all’Olimpico in occasione dell’Open Day, esce dal tunnel, partecipa con i compagni alla festa, si fa immortalare. Poi inizia ad allenarsi proprio mentre si fa largo la notizia che la Roma e il suo agente, Gilmar Rinaldi, hanno raggiunto l’accordo. Fabio corre, si scalda, scherza. Finché non si ferma. Non è un infortunio, è l’attimo del distacco: Simplicio attende che i compagni finiscano la seduta di fronte allo stadio in festa. Quindi si congeda, lanciando un pallone sugli spalti e raccogliendo applausi. Il centrocampista non rientrava nei piani del boemo, così a Trigoria sono arrivati a risolvere il contratto da 1,8 milioni lordi a stagione, che sarebbe scaduto il 30 giugno del 2013. Simplicio con la Roma ha messo insieme 43 partite e 8 gol in serie A, ma il marchio indelebile è quello che ha piazzato lo scorso anno in Coppa Italia, contro la Lazio. (…)
Corriere dello Sport – Simone Di Segni