La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci) – Diego Simeone parla di fede, e non gli è rimasto altro da fare. «Crederci sempre», uno dei comandamenti del «Cholismo», si è trasformato in un mantra da ripetere ossessivamente. L’Atletico Madrid che accolse al suo capezzale nel Natale del 2011 il tecnico argentino ha vinto un’Europa League nel 2012 e ha raggiunto due finali di Champions nel 2014 e nel 2016, competizione in cui è tornato con Simeone e da cui con lui non è mai uscito prima dei quarti di finale.
LA DELUSIONE – Ora dopo 3 pareggi (due contro il modesto Qarabag) e un k.o. il ritorno in Europa League sembra assai probabile. L’Atletico deve battere la Roma al Wanda, vincere a Stamford Bridge e sperare che gli azeri facciano almeno un punto con Chelsea o Roma. Ipotesi che sembra complicata quanto la pace tra Maxi Lopez e Icardi. «Oggi come oggi l’idea di giocare l’Europa League è una merda – ha detto in zona mista il capitano dell’Atletico Gabi – Poi se dovremo farla c’impegneremo al massimo per vincerla».
ACQUISTI SBAGLIATI – L’Atletico Madrid è la squadra spagnola con la stampa migliore, più amica, protettiva, indulgente. Nessuno canta fuori dal coro. E Simeone rianimando una squadra in fin di vita e trascinandola quasi in vetta all’ Europa si è guadagnato un credito infinito. Tutti lì a dire che senza acquisti per la squalifica Fifa la crisi era prevedibile, nessuno che faccia notare come tra il Cholo e i suoi dirigenti, tra cui l’italiano Andrea Berta, hanno speso cifre importanti per prendere Vietto, Gaitan, Gameiro e Torres, ancora in squadra, o i vari Jackson Martinez, Cerci, Siqueira, Jimenez, Kranevitter, Borré, tutti scaricati come Mandzukic, che col Cholo non si è mai preso ma che scarso davvero non è. La cantera ha prodotto Saul, Koke e Lucas, ma da un po’ è in forte siccità e in prima squadra non si affaccia nessuno.
VARI PROBLEMI – I 5 attaccanti della rosa con gli ultimi 40 tiri hanno fatto un gol. E 7 delle 10 reti incassate sono arrivate di testa, un tempo caposaldo dell’Atletico. Che non segna più su calcio piazzato e non sa più difendere il vantaggio dopo aver costruito una fortuna sui successi per 1-0. Il cambio di stadio ha tolto di mezzo anche la magia del Calderon e l’attesa per Diego Costa e Vitolo, acquistati ma non tesserabili fino a gennaio, ha creato aspettative destabilizzanti. Così come l’indecisione di Simeone, che un anno fa tagliò di due anni il proprio contratto e quest’estate li ha rincollati. La stagione è ancora lunga e non tutto è perduto, però il «cholismo» non è mai stato tanto in difficoltà.