La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – La profonda sensazione di aver vissuto un’ora scarsa – tra conferenza stampa e sezione di allenamento visibile – dentro un’altra dimensione. Di quelle che la trasferta all’Olimpico vale un riscaldamento di gruppo con tanto di palleggi, chi fa cadere il pallone si becca una schicchera sull’orecchio, una per ogni compagno, roba da professionisti del relax. Una dimensione – parliamo dell’Atletico Madrid – di quelle che il profilo basso, cos’è il profilo basso, una storia da perdenti. E così Diego Godin, leader della difesa, dice apertamente che sì, «il nostro obiettivo è vincere la Champions, abbiamo tutto per riuscirci, i migliori giocatori e il miglior allenatore possibile. Da domani (oggi, ndr ) vogliamo coltivare il nostro sogno».
SOLO ATLETICO – Dentro quest’ora scarsa c’è anche e soprattutto Diego Simeone, che torna in uno stadio che conosce il giardino di casa. E forse sarà per questo che, mentre il collaboratore Ortega dirige la parte fisica della rifinitura, lui comincia a vagare in solitaria per il prato dell’Olimpico, curiosamente coprendo in lungo e in largo tutto quel centrocampo che mille volte l’ha visto protagonista. Si gira verso la curva Nord e chissà quali pensieri, si volta verso la Sud e chissà quanti altri gliene saranno passati per la mente. «Ma no, non mi piace mischiare le situazioni – dice lui –. Ho vissuto alla Lazio tre anni straordinari, sono orgoglioso di quanto dato a quei colori. Ma allo stesso tempo ho grande rispetto per la Roma. Se qualcuno mi ha chiamato? Io parlo poco prima delle partite…». Eppure qualche messaggio dai tifosi biancocelesti non è mancato, come non mancheranno stasera i fischi degli ultrà giallorossi. «La mia testa è solo all’Atletico – ancora il Cholo –. Tornare ad allenare in Serie A? Ho raccontato il mio pensiero nell’ultima partita al Calderon (da sabato si gioca al Wanda Metropolitano, ndr ): credo nel futuro del club, c’è uno stadio nuovo, giovani forti che spingono, gente esperta che li aiuta, a gennaio ci rinforzeremo sul mercato. Ho solo belle sensazioni: qui c’è vita, qui c’è energia». Eccola, l’altra dimensione. È il motivo per cui ha appena rinnovato il contratto fino al 2020. «Noi, Roma e Chelsea partiamo con le stesse possibilità di qualificazione – aggiunge –, la prima partita vale più delle altre. Inizia un cammino entusiasmante: non abbiamo complessi di inferiorità. È stato un orgoglio arrivare due volte in finale di Champions. E prima o poi la vinceremo». Dall’altra dimensione – quella che James Pallotta ama citare come riferimento – è tutto.