Come da programma. Una Roma schizofrenica, che già all’andata era stata graziata dal Siena, torna dal Franchi con le pive nel sacco e qualche consapevolezza «negativa» in più. Dopo i quattro gol rifilati all’Inter, la squadra di Luis Enrique rimedia una sonora legnata dal concretoSiena di Sannino che fa poca scena, ma affossa la rimonta giallorossa e con lei tutte le ambizioni di Totti &Co. che sbagliano tutto e di più. E l’assenza di De Rossi non può essere un alibi: per nessuno. Anche se la mancanza del centrocampista di Ostia pesa eccome, perché quel lavoro di regia e filtro lì in mezzo lo può fare a questi livelli solo lui. Sarebbe troppo chiedere al giovane Viviani, classe ’92, di svolgere al meglio un compito cucito su misura alla classe di Capitan Futuro. Il giovane giallorosso non pecca in fase di costruzione partecipando alla manovra offensiva della Roma fin dove può, chiude anche bene un paio di volte, ma il filtro garantito dal campione del mondo rimasto a casa per squalifica, è di tutt’altra qualità.
Quando Giorgi poco prima della mezz’ora lo mette a sedere con un dribbling a centrocampo il segnale è chiaro: non ci siamo. E forse proprio per quei buchi che si creano lì in mezzo, la Roma rischia molto contro le veloci ripartenze della squadra di Sannino che, sapientemente, sta lì dietro aspettando di poter colpire in contropiede. A questo va aggiunto qualche errore di superficialità di Juan in versione «pantofolata» (Luis Enrique lo cambierà nella ripresa con Kjaer) e la mancanza totale dei due terzini Rosi e José Angel che non solo non spingono, ma ancor meno coprono dimostrando di nuovo qual è il vero nodo da sciogliere di questa squadra. Ma anche nella metà campo avversaria la Roma manovra molto e conclude poco, sbagliando anche gli appoggi più semplici. Sterile il possesso palla che negli ultimi metri si infrange regolarmente sul muro umano alzato dai toscani lì dietro e le sole accelerazioni di Lamela non bastano: male Borini, ancor peggio Bojan quando nel finale Luis Enrique mette dentro tutto l’offensivo che ha (compreso Kjaer centravanti). Così a fallire il gol e un paio di volte anche in maniera clamorosa, sono proprio i padroni di casa che corrono tanto, ci mettono gli attributi e non si scompongono davanti alla maggior qualità della Roma. Così, della serie facciamoci del male, la svolta della gara arriva ancora una volta dalla sponda giallorossa. Un problema all’anca costringe Luis Enrique a metter dentro Kjaer per Juan e al primo intervento il danese ci mette la firma commettendo un fallo da rigore su Destro: penalty generoso è vero, ma l’ingenuità di Kjaer ha ricordato l’episodio del derby . Complimenti, secondo rigore procurato e seconda partita persa dalla Roma: vale -sei punti… meglio Juan con una gamba sola. A conti fatti questa Roma, confusa, disordinata e senza personalità, si ritrova con la classifica che si merita: così non si va da nessuna parte, figuriamoci in Europa.
Il Tempo – Tiziano Carmellini