Corriere Dello Sport (R.Maida) – Cinque contro cinque: ha vinto lui, stimolato dalla provocazione di Spalletti che gli risuonava in testa come un mantra, «Paredes è meglio di Pjanic», di cui si è liberato in fretta con l’idea che un duello potesse davvero spuntarla.
MATURITA’ – Cinque contro cinque, i numeri di maglia dei due cervelloni di Roma e Juventus, tra gli applausi che si è meritato Paredes e i fischi incassati da Pjanic, è la sfida che ha forse spostato percezioni ed equilibri. Ecco, da domenica Paredes non è più soltanto un giovane promettente. E’ piuttosto un centrocampista in ascesa pronto a impossessarsi delle responsabilità che spettano ai playmaker. Se Roma-Juve era la sua tesi di laurea, a 23 anni può già pensare alla specializzazione.
NUMERI – Sono in effetti straordinarie le cifre di Paredes dentro alla partita, un compendio di qualità e quantità, di spirito di iniziativa e di “garra” argentina che non tanti centrocampisti del campionato italiano hanno assimilato. Nella Roma, Paredes primeggia in tante classifiche della settimana: occasioni create (2), il totale passaggi (51), il totale dei cross (5, da uno su calcio d’angolo è nato il pareggio di De Rossi), ma anche il totale duelli (13), a cui vanno aggiunti il primato di contrasti (5) e respinte (6) che ne testimoniano la considerevole crescita in fase di non possesso. Poi è vero, ha perso 10 palloni ma ne ha conquistati 6. Il rivale tanto rimpianto dalla Roma, Pjanic, è andato decisamente peggio (pure limitato nel secondo tempo dopo un durissimo fallo di De Rossi): ha perso 14 possessi, record di squadra insieme con Mandzukic, e in generale anche battendo Paredes nella classifica dei passaggi (53) e dei cross (6) non ha prodotto quasi nulla di sostanzioso per la Juventus, risultando peraltro carente nella fase difensiva.
SVILUPPO – No, Paredes non è ancora al livello di Pjanic ma almeno nel confronto diretto l’ha battuto, contribuendo a bilanciare la Roma schierata da Spalletti con il quadrato di centrocampo: Paredes e De Rossi dietro, Nainggolan e Perotti (nella ripresa Salah) davanti. Niente di così diverso dalla squadra che l’anno scorso, sempre nel girone di ritorno, si avvicinò di molto al secondo posto. Senza centravanti ma con tanti incursori. Paredes si è trovato a suo agio dimostrando che giocando con continuità può essere una risorsa preziosa per la Roma. Dopo la stagione giocata da titolare a Empoli, Spalletti gli ha concesso 14 partite dall’inizio in campionato ma nell’ultimo periodo ha intensificato di molto il suo impiego: nelle ultime 9 giornate, Paredes è stato scelto 6 volte e non è mai stato sostituito prima del minuto 82.
FUTURO – E ora? Abituato a convivere con le indiscrezioni di mercato e con una quotazione molto alta che gli attribuisce la Roma (circa 25 milioni) Paredes ha manifestato un desiderio mai rinnegato: «Voglio restare». Lo dice dall’estate scorsa, non ha mai cambiato idea. Neppure a gennaio quando per qualche giorno si era parlato di un’ipotesi Juventus ma mancavano acquirenti davvero convinti di investire sul suo nome. Si è ambientato bene in città con la famiglia, ha legato con gli argentini della squadra (specialmente Perotti), e aspetta di essere chiamato dai dirigenti a discutere il rinnovo del contratto che scade nel 2019. Ma non è detto che accada. Se dovesse arrivare una proposta allettante, potrebbe essere ceduto da Monchi per consentire al bilancio di respirare con una ricchissima plusvalenza: non va dimenticato che Paredes è stato comprato nel 2014 dal Boca Juniors per 4,5 milioni. Certo, è un rischio tecnico: in Argentina danno per scontato che prima o poi il ct Sampaoli lo convochi. E lui ci spera: «Sarebbe un sogno che si avvera». Non è così lontano dopo Roma-Juve.