Corriere dello Sport (U. Trani) – Terzo successo in 42 giorni – abbondante 3-0 contro il Braga e sempre la stessa soluzione per arrivare a dama. Cambia l’allenatore, non la formula offensiva per conquistare la vittoria. La Roma lascia il segno senza la prima punta di ruolo. E fa quindi centro – in Italia come in Europa – con il centravanti mascherato che, guardando ai tre match in questione, è sempre stato Dybala.
Paolino è rimasto in campo fino all’intervallo, indirizzando comunque la partita che con lui lì davanti ha preso subito la piega giusta grazie alla rete del vantaggio di Pellegrini, con il capitano finalmente a segno alla ventunesima tappa di quest’annata. Non può essere un caso, dunque, se l’efficacia dell’attacco e al tempo stesso l’equilibrio della squadra coincida con la rinuncia al centravanti. Non dipende da chi fa la prima punta, se non gioca Dovbyk c’è sempre Shomurodov a disposizione, ma da come il sistema di gioco riesce a dare garanzie in ogni zona del campo.
Magari sono proprio le caratteristiche dei giocatori in rosa a spingere in questa direzione. Non solo Dybala. Perché nel gruppo a trovarsi bene con la formula senza punta sono – e si è visto proprio nelle ultime due gare di Ranieri – Saelemakers, El Shaarawy, Pellegrini, Zalewski, Soulé, Pisilli, Koné e Baldanzi.
La modifica tattica, insomma, ha fin qui pagato, addirittura con 8 gol realizzati (solo 1 incassato) da otto marcatori diversi: Dybala, Saelemaekers, Mancini, Pisilli, Koné, Pellegrini, Abdulhamid ed Hermoso. Dovbyk dentro nella ripresa: ecco il centravanti che però non ha interrotto il suo digiuno che dura dal 3 novembre, trasferta – e ko – a Verona. A quanto pare la Roma di questi tempi ne può fare a meno.