La Stampa (R.Condio) – Ogni gennaio è sempre peggio. Di «riparazione» si comincia a chiacchierare a ottobre, la finestra resta aperta un mese, ma di aria nuova ne entra poca. Tra l’inutile e il mal sopportato (specie dagli allenatori), il mercato-bis è ai minimi di gradimento. Qualche colpo vero, all’estero, chi ha i soldi lo fa. Da noi, invece, si spara a salve. Prestiti, più che altro. E, a quattro giorni dallo stop, un giro che per gli acquisti in Serie A non supera i nove milioni di euro ovvero poco più del 5% della somma sborsata dal Barcellona per prendere Coutinho dal Liverpool.
ASPETTANDO RAFINHA – Un anno fa, almeno, qualche movimento di rilievo c’era stato: Pavoletti dal Genoa al Napoli per 15 milioni, Rincon dal Genoa alla Juve per 8+1, Gagliardini dall’Atalanta all’Inter per 2+20. Poi, all’atto pratico, nessuno dei tre aveva lasciato tracce apprezzabili. Ora, saltato Verdi al Napoli, il quadro promette ancora meno. Può cambiare l’inerzia solo il Rafinha neo interista, forma dell’ex Barça permettendo. Il resto intriga poco. O, per meglio dire, può al massimo condizionare la zona bassa della classifica. Perché finora hanno già debuttato dodici acquisti di questo mercatino e undici sono delle ultime quattro. E di Crotone, Spal, Verona e Benevento sono anche ben 16 dei 30 ingaggi registrati fino a ieri. Nessuna sorpresa: l’incertezza in coda spinge chi sgomita laggiù a sfruttare al massimo anche a gennaio il lavoro dei direttori sportivi.
IL FASTIDIO DEGLI ALLENATORI – Gli altri, invece, ormai si astengono. Un po’ per la difficoltà oggettiva a operare e a piazzare mosse efficaci, un po’ per i paletti imposti da bilanci malmessi. Finendo col dare ragione a chi invoca da tempo l’eliminazione, o quantomeno la riduzione, di questa finestra invernale. In prima fila, ci sono tutti gli allenatori. Allegri si schierò già un anno fa: «Sono contrario, destabilizza i giocatori». Gasperini a dicembre aveva detto: «Odio il mercato aperto e temo il prossimo. Ma di solito a gennaio si fanno meno danni». Con lo stop ormai dietro l’angolo, ieri si sono espressi anche Mazzarri («Lo detesto, non vedo l’ora che finisca») e Spalletti («È difficile per qualsiasi società. Ci sono delle barriere oltre le quali non possiamo andare»). Tutti contro, anche se il più stressato pare Di Francesco, alle prese con il tormentone Dzeko: «Quando ho scelto la Roma mi era stato detto: o accetti o torni a casa – ha ammesso ieri -. Non conoscevo i conti, però. Ora sono pronto a tutto». Il bosniaco, intanto, ce l’ha ancora. Sembrava già al Chelsea e invece gli ha regalato il gol dell’1-1 in casa Samp. Merce rara, al contrario, i gol degli acquisti di gennaio. Il primo del 2017 arrivò solo alla quarta giornata del nuovo anno con Hiljemark; adesso hanno già segnato Dzemaili e Ricci. Guarda caso, nuovi per modo di dire: per Bologna e Crotone sono dei ritorni.