La Repubblica (M. Pinci) – Oggi sul tavolo del consiglio della Federcalcio ci sarà una questione urgente che sta agitando i club di Serie A: l’indice di liquidità. Questo parametro fino a oggi serviva solo a limitare il mercato agli spendaccioni, mentre da ora in poi chi non rientrerà nelle sue maglie non potrà iscriversi al campionato.
Per impedirlo i club hanno eletto Lorenzo Casini, espressione dell’ala più contraria a Gravina, presidente della Federcalcio, il quale ritiene l’indice di liquidità la sua riforma principe, con cui dare stabilità al movimento e impedire ai club di contrarre nuovi debiti. L’indice di liquidità è il rapporto tra attivi e passivi a breve delle società. Si può sbloccare o con la cessione di giocatori o con un’iniezione di capitale dell’azionista. O si vende o si versano i soldi. Almeno tre squadre di Serie A farebbero fatica a iscriversi al campionato, Lazio e Genoa, fuori rispettivamente per 28 e 32 milioni, e la Sampdoria. Almeno 6 club sono a rischio.
Per far saltare tutto il partito lotitiano lancia sospetti di una norma scritta per punire il club di Lotito. Potrebbero essere applicati dei “correttivi” all’indice, che sarà fissato tra lo 0,7 e lo 0,6. Si potrà ridurre il gap con un saldo attivo nella campagna trasferimenti, contenendo il costo del lavoro entro il 60% dei ricavi e con un buon rapporto tra fatturato e debito. O con delle cessioni a giugno prima che apra il mercato estivo. A giugno l’indice di liquidità determinerà chi si potrà iscrivere e chi no. Dal 2024 saranno applicati criteri simili, anche più severi, dalla Uefa. E dal 2024 criteri simili, persino più severi, saranno adottati dalla Uefa. Anche l’indice di liquidità sarà di anno in anno più stringente, fino ad avvicinarsi al parametro di 1: non si potrà spendere più di quanto si guadagna.