Serie A, per i diritti Tv otto pacchetti: target a 1,3 miliardi all’anno

Otto pacchetti per l’assegnazione dei diritti audiovisivi della Serie A con l’obiettivo, a quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, di arrivare a un incasso fra 1,15 e 1,38 miliardi di euro annui. Non c’è stata, però, alcuna fumata bianca. Tutto rinviato al 16 maggio. Sarà allora che la Lega Serie A potrebbe dare l’ok al nuovo bando per i diritti Tv che, mai come stavolta, è assai elaborato con i suoi otto pacchetti declinati su 3, 4 o 5 anni. Insomma 24 differenti proposte agli eventuali offerenti.

“C’è stata un’ampia discussione, con un accordo tra i club, ma c’è una tematica importante come quella dei diritti di archivio che ha portato le società a scegliere di programmare un’altra assemblea”, ha spiegato il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini. Servirà una modifica dello Statuto per trasformare da individuale a collettiva la gestione dei diritti d’archivio che saranno messi a disposizione per una cinquantina di milioni all’anno.

A quanto risulta al Sole 24 Ore ieri si sarebbe discusso anche dell’opzione canale della Lega con stima a 10 anni a 1,2 miliardi all’anno: 12 miliardi di minimo garantito. A proporre una mossa del cavallo è stato alla fine il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, che ai suoi colleghi avrebbe segnalato di aver ricevuto una proposta per il canale della Lega da Tom Mockridge, attuale ceo di Virgin Fibra, che avrebbe messo a disposizione dell’assemblea.

Fumata nera anche sulla nomina di un advisor finanziario che possa supportare la Lega Serie A e i club nel processo di analisi delle offerte arrivate per finanziare il campionato italiano a fronte della costituzione di una «media company» dove far confluire i diritti tv delle partite. Il tema dovrebbe tornare d’attualità nell’assemblea del prossimo 24 maggio. In corsa sarebbero Centerview PartnersCiti, Goldman SachsLazard, Morgan Stanley e Rothschild. Sono nove, invece, le proposte di finanziamento: in lizza ci sono i fondi Searchlight, Oaktree e Apollo, ma anche le banche d’affari Barclays, Citi, Goldman Sachs, Jefferies, Jp Morgan e, infine, la cordata “Love for Football” formata da Apax, Carlyle e Three Hills.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti