La Lega Serie A e la Federcalcio sperano di ottenere il via libera dal Governo Conte sabato prossimo. Nel frattempo, lunedì la Figc dovrebbe inviare al ministero dello Sport il protocollo per la seconda fase di preparazione, dal 2 giugno, e per la ripresa delle partite. Se arriverà il via libera, si ricomincerà a giocare il 13 giugno, al massimo una settimana più tardi. Infatti, nonostante il Consiglio federale abbia prorogato il termine della stagione al 20 agosto, Figc e Lega continuano a lavorare per riuscire a partire con la Serie A già dal 13 (così da poter chiudere il 2 agosto), sempre che il governo cambi la norma inserita nell’ultimo Dpcm che vieta qualsiasi tipo di evento, anche a porte chiuse, fino a domenica 14. Sulla ripresa del campionato «si è scelta una direzione, ma occorre capire quali decisioni verranno prese a livello governativo – ha osservato il presidente del Torino, Urbano Cairo, che dall’inizio è stato fra i più freddi rispetto ai piani per portare a termine la stagione -. Inoltre bisogna valutare cosa succederebbe in caso di nuovo stop. Leggevo di playoff e playout, che esistono già in altri sport, ma sono decisi prima dell’inizio del campionato. Non si possono cambiare le regole in corsa».
Il destino del campionato in caso di nuova sospensione potrebbe essere al centro di una delle prossime riunioni del consiglio federale. Intanto lunedì la Federcalcio invierà al governo il protocollo, su cui si esprimerà il Comitato tecnico scientifico. Il documento per la ripresa del campionato è quasi pronto e nelle prossime ore sarà ultimato per poter essere inviato al ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora. All’interno confluiranno le nuove indicazioni sanitarie della commissione medica della Federcalcio che le indicazioni logistiche relative allo svolgimento delle partite – anche quelle in trasferta. Al vaglio c’è anche l’ipotesi di installare in ogni stadio e centro sportivo un sistema in grado di svolgere test sierologici rapidi, con risultati nel giro di 8 minuti. Gli spalti deserti non saranno l’unica novità del calcio, costretto dal Coronavirus a cercare una nuova normalità. Nelle linee guida in via di studio, c’è anche il divieto dei calciatori di protestare nei confronti degli arbitri, a cui non si possono avvicinare a meno di un metro e mezzo per nessuna ragione.
Ansa