REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) – La Juventus è d’accordo, e tira la volata: la serie A deve scendere da 20 a 18 squadre. Il motivo? Dare più spazio a chi fa le Coppe europee, stressare meno i calciatori costretti ora ad un calendario massacrante e alzare il livello tecnico del campionato, adesso in ribasso. Di recente anche l’ad bianconero, Beppe Marotta, ha spiegato la necessità delle 18 squadre. Molte altre big sono d’accordo. Ma per approvare la riforma del massimo campionato è necessario avere 14 sì su 20 club. Cosa, al momento, quasi impossibile: secondo alcuni sondaggi, i club favorevoli sarebbero circa 7-8, gli altri hanno timore di finire in B e restarci chissà quanti anni, inoltre temono di perdere i soldi dei diritti tv.
Insomma, le società medio-piccole non sembrano intenzionate di portare avanti il dialogo. Poi, comunque, dopo il sì della Lega sarebbe necessario il via libera anche dal consiglio federale della Figc: e in questo caso devono essere d’accordo tutte le componenti, tranne una. In pratica, una specie di diritto di veto. Il presidente della massima Lega, Maurizio Beretta, ha spiegato che la soluzione ideale, con 18 squadre, sarebbe quella di una sola retrocessione diretta, con una seconda attraverso i playout. In più, un paracadute (economico) per chi finisce fra i cadetti. Ma la Lega di B cosa direbbe di questa soluzione? Andrea Abodi (vedi Spy Calcio del 6 aprile) ha già avviato colloqui, per ora individuali, con importanti esponenti della Lega di A. La B vuole scendere a 20 squadre (ora sono 22), possibilmente dal 2015-’16.
Ma, come si vede, sarà dura. Anche perché ci vorrebbe un tavolo a tre, compresa la Lega Pro. E al momento non ci sono le premesse. Insomma, sarà molto difficile vedere una A a 18, almeno nei prossimi anni. E poi non stupiamoci se gli stadi sono (mezzi) vuoti e se gli appassionati di calcio preferiscono guardare in tv il clasico Real-Barcellona, o le gare di Champions, piuttosto che certe partite del nostro campionato che conciliano solo il sonno…