La Repubblica (F. Ferrazza) – Nonostante Paulo Fonseca trovi la forza di ribadire che “il treno Champions non è perso, continuiamo a lottare“, il pareggio contro il Sassuolo (2-2) inchioda la Roma al settimo posto in classifica, compromettendo la possibilità di raggiungere l’agognato quarto posto. I giallorossi si perdono di nuovo, apparendo spenti e poco motivati, slegati tra loro e incapaci di tirare su la testa in un campionato che li vede tornare a casa con un solo punto, dopo due sconfitte.
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Pasqua amara, in attesa della gara di giovedì prossimo ad Amsterdam. “Abbiamo giocato una buona partita con un buon atteggiamento – la difesa di Fonseca – anche noi abbiamo creato buone situazione. Certo, non mi aspettavo il gol del pareggio, ma il merito è loro, anche stiamo subendo troppe reti”.
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Una valanga, verrebbe da dire, visto che che la Roma non 41 centri presi (sul campo) è la decima difesa della Serie A. Un’emorragia che non può essere spiegata solamente con le assenze (ieri mancavano Smalling, Ibanez e Kumbulla) ma trova origine in meccanismi che non funzionano, oppure vanno bene a corrente alternata.
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La soddisfazione di Fonseca appare stonata rispetto a un gruppo che vede in totale astinenza realizzativa i suoi attaccanti (ieri la quinta rete di Pellegrini e poi Bruno Peres), a segno una volta nelle ultime partite, con Mayoral e Dzeko entrambi spariti nell’alternanza studiata dal portoghese. “Adesso mi aspetto di avere Smalling contro l’Ajax – continua Fonseca – abbiamo molti problemi ma non ho fatto le mie scelte pensando alla coppa. Giovedì ad Amsterdam sarà molto difficile, ma vogliamo onorare la responsabilità di essere l’unica italiana rimasta in Europa“. Tra le poche cose positive il rientro di Veretout. “Mancano adesso nove partite in campionato, dobbiamo vincerle tutte“, prova a infondere ottimismo il francese