La Repubblica (P. Torri) – Qualità. È la parola chiave per sintetizzare la brutta Roma che si è vista in campo a Lecce. Quella di una formazione che, senza Pellegrini e Dybala, ne aveva poca in Salento. Quella di scelte iniziali fin troppo conservative. Quella di una Roma che, dopo la settimana della sosta, non ha compensato neppure con la quantità in una squadra che, al via del Mare, è apparsa lenta, confusa, lunga disordinata. Quella di una società che continua a non esserci, assenza che non consente neppure la libertà di alzare la voce di fronte a decisioni arbitrali incomprensibili.
Qualità che la Roma di De Rossi, dopo la più brutta prestazione da quando il Sedici ha preso il posto dello Special One, deve ritrovare in fretta per poter affrontare nel miglior modo possibile questo mese di aprile che, in rapida successione, le metterà di fronte il derby, il doppio confronto europeo contro il Milan, la trasferta sul campo dell’Udinese, e poi ancora Bologna, Napoli, Juventus, Atalanta, in un tour de force che ne definirà il destino da Champions o no. E allora servirà che Dybala torni in fretta a essere la Joya. Sarà necessario che Pellegrini ritorni in campo agli stessi livelli. Così come sarà imprescindibile che in campo si riveda il Lukaku dei giorni migliori.