Corriere dello Sport (R. Maida) – La Roma ha perso la partita di Como mezz’ora prima dell’inizio, quando Mats Hummels ha comunicato a Ranieri che non si sentiva di giocare. Erano già state annunciate le formazioni, anche dallo speaker dello stadio Sinigaglia che ha fatto sorridere i tifosi pronunciando il cognome all’inglese (“Hammels”). Poi il cambio, il sesto rispetto alla squadra che aveva cominciato contro il Braga: dentro Hermoso (e non Mancini) a sinistra, N’Dicka spostato in mezzo con Celik centrale destro. Praticamente Ranieri ha dovuto stravolgere l’intera difesa, tre caselle su tre.
Viene da domandarsi quale batterio o virus si insinui tra i corridoi del centro sportivo di Trigoria, visto che negli ultimi dieci giorni sono caduti vittima dei malanni di stagione Dovbyk, Paredes e appunto Hummels. Guarda caso tre titolari fissi di Ranieri che hanno dovuto abbandonare i compagni senza preavviso. Per Hummels tra l’altro è già la seconda “febbre” da quando si è insediato il nuovo allenatore: la prima ne ritardò il debutto da titolare. Ed è logico immaginare che con Mats in campo nell’arroventato finale, probabilmente la Roma non avrebbe incassato lo storico gol di Gabrielloni e avrebbe quindi frenato l’esultanza dei figuranti di lusso piazzati in tribuna d’onore.
Dal suo rientro, dopo il rigore ingenuo regalato al Tottenham, Hummels è diventato il leader che Ranieri aspettava per migliorare la squadra anche in termini di atteggiamento. Non ha potuto contare su di lui domenica, con risultati evidenti: senza Svilar, che ha parato tutto fi no al minuto 93, il Como avrebbe segnato molto prima. Il problema rischia di porsi anche domani sera, quando già mancherà Mancini per la squalifica rimediata nel turbolento derby di Coppa Italia dello scorso gennaio: la febbre non è ancora sparita, cosicché Hummels ha dovuto “festeggiare” il compleanno numero 36 in condizioni di salute non ottimali.