Il Corriere dello Sport – Se sarà l’allenatore più Conteso della prossima estate (il gioco di parole è tanto scontato, quanto efficace) lo dirà solo il tempo. Intanto, in un’intervista a “Belve” che andrà in onda in prima serata su Rai2, oggi Antonio Conte racconterà un po’ delle sue verità.
Curioso che la puntata vada in onda mentre, su Rai1, quell’Italia che tanto ama sarà impegnata a Wembley contro l’Inghilterra, l’ultimo paese dove ha allenato ma, scaletta a parte (Conte dovrebbe andare in onda dopo il 90’), è chiaro che le sue parole, anche se registrate qualche giorno fa, sono più che mai d’attualità. Perché riguardano la Roma, il Napoli, la Juventus, la Nazionale e i colleghi Mancini e Mourinho.

Si parte proprio dalle due piazze calde, caldissime, che in estate potrebbero avere una nuova guida tecnica. Conte, pur essendo stato, sia da giocatore sia da allenatore, un simbolo della poco amata (da entrambe le tifoserie) Juventus, è un nome che metterebbe d’accordo tanti, se non tutti. E lui lo sa: «Sicuramente Roma e Napoli sono due piazze che vorrei vivere per la passione che ti trasferiscono. Mi auguro che un domani ci sia la possibilità».

Quando? Di sicuro non adesso, non prendendo la squadra in corsa: «No – conferma Conte – perché sono situazioni create prima». Del Napoli si sa tutto, ma quando Francesca Fagnani lo incalza e gli chiede se qualcuno della Roma lo abbia mai chiamato non c’è una risposta. O meglio: se c’è si scoprirà stasera, perché le anticipazioni non lo chiariscono. Chiaro, invece, è che la Roma (Fienga, Petrachi, Totti) aveva pensato a lui prima di Fonseca, nel 2019, ma la trattativa non era mai andata in porto.

Altra trattativa saltata è quella con l’Arabia: «Non voglio entrare nella questione Mancini e fare qualcosa che a me ha dato fastidio in altre circostanze. Stando ai giornali l’Arabia Saudita avrebbe fatto offerte a tutti, mi ci metto dentro anche io che ho rifiutato. Parliamo di club, non di nazionale». E, ancora, su Mancini: «Penso abbia fatto qualcosa di storico vincendo l’Europeo, poi c’è stata la non partecipazione ai Mondiali… sono situazioni che lasciano ferite. Se fosse successo a me sarebbe stata durissima. Ma in quel caso, forse sì, dopo sarei andato via». In tema di addii, quello sicuramente più sofferto ha a che fare con la Juventus: «Sì, me ne sono un po’ pentito. Quando anche per le piccole cose vedi grandi problemi decidi di andare via». Al momento sembra una porta chiusa.

Chissà se invece sono chiusi i rapporti con José Mourinho o se l’ex ct si sia lasciato andare solo a una battuta. Quando Francesca Fagnani gli ricorda di aver detto una volta a Mou “Vediamoci in ufficio” con tono minaccioso, Conte commenta così: «Io vengo dalla strada, non se lo dimentichi mai». Altre due pillole dell’intervista. Una molto seria, quando Conte parla della truffa e della morte di Massimo Bochicchio: «Era chiaro che aveva truffato tantissime persone. Ci sarebbe voluta molta più attenzione. Qualcosa ho recuperato». L’altro tema è, decisamente, più leggero e si riferisce ai consigli sessuali di Conte ai suoi calciatori: «Dico loro di fare il minimo sforzo prima delle partite. E per minimo sforzo intendo essere passivi, l’altra parte deve essere molto attiva»