Europa League, Sion mette in crisi l’UEFA. Avv. Conte: “Sentenza che incuriosisce”

Il Sion sta mettendo in seria difficoltà le autorità internazionali del calcio grazie alle sue vittorie a ripetizione davanti alla magistratura ordinaria. Sia l’Uefa, che dovrà decidere dalla settimana prossima se riammettere il club svizzero in Europa League, che la Fifa, che vede tutto il sistema di giustizia sportiva rimesso in discussione. Ieri il tribunale del Cantone Vaud, curiosamente lo stesso ha la sede l’organo amministrativo del calcio europeo, ha ordinato all’Uefa di riammettere temporaneamente il Sion nel girone I del torneo (quello dell’Udinese), nell’attesa di una decisione definitiva nel merito.
La Confederazione europea aveva escluso il club nonostante la qualificazione raggiunta, per aver mandato in campo contro il Celtic Glasgow giocatori che non avrebbe potuto schierare in quanto era stata condannata dalla Fifa a rispettare due periodi di divieto di trasferimenti.
IL MOTIVO – Nel 2008, il Sion aveva ingaggiato il portiere egiziano El-Hadary contro il volere del club egiziano Al-Ahly con il quale era sotto contratto. Secondo la Fifa (e l’Uefa) il Sion ne avrebbe scontato uno solo, quello dello scorso inverno. Due settimane fa, il giudice elvetico aveva già ordinato la riammissione temporanea del Sion, ma l’Uefa aveva rifiutato. Ora, condannata ad una pesante ammenda (circa 50.000 euro), è molto più cauta. “Non comunicheremo niente sul caso Sion prima della settimana prossima. Abbiamo bisogno di tempo per studiare attentamente il dispositivo del tribunale“, ha dichiarato questo pomeriggio all’ANSA l’ufficio stampa dell’Uefa.
Nel frattempo, la Fifa sostiene l’Uefa ed ha ordinato alla Federcalcio svizzera di squalificare anche in campionato i giocatori del Sion acquistati in estate: lo spagnolo Gabri, il lussemburghese Mutsch, lo svizzero Glarner, i francesi Feidouno e Ketkeophomphom nonchè il portoghese Gonçalves. Ma presso un altro tribunale civile, quello di Martigny, il Sion ha già ottenuto la qualifica provvisoria dei giocatori, che scendono regolarmente in campo da varie giornate.
Evidente l’imbarazzo della Federcalcio. “Dobbiamo essere estremamente prudenti con questo caso“, ha detto il segretario generale Alex Miescher. “Vorremmo rispettare l’ordine della Fifa. Tuttavia non vogliamo andare da un tribunale all’altro per i prossimi cinque anni e non avere alcuna certezza sulle nostre competizioni. Cercheremo di trovare un compromesso“. La Fifa, così come l’Uefa, tiene molto alla “clausola compromissoria“, secondo cui i tesserati devono rivolgersi esclusivamente alla giustizia sportiva. “Si tratta di regole medievali. Farò cambiare questo sistema. Nessuno è al di sopra della legge“, ha minacciato il presidente del Sion Christian Constantin, che con Alberto Bigon allenatore vinse campionato e coppa nazionale nel 1997. Questo architetto 54enne – il cui patrimonio, secondo la rivista specializzata PME Magazine, è stimato 2,5 miliardi di euro – non è nuovo a crociate legali vinte. Nel 2003, ad esempio, escluso dalla serie B per inadempienze finanziarie, riuscì a far reintegrare il Sion dopo 13 giornate di campionato. Ovviamente il calendario ne risultò stravolto. È quanto potrebbe succedere anche al gruppo I dell’Europa League – ora composto da Celtic, Atletico Madrid, Rennes e Udinese – qualora l’Uefa decidesse di riammettere il Sion.
Ma come? Escludendo il Celtic che il Sion aveva eliminato sul campo e annullando le due prime giornate? Aggiungendo il Sion e facendo giocare un girone a cinque? L’Uefa potrebbe anche decidere di respingere l’ordine del tribunale del Cantone Vaud, ma, anche presentando appello, si esporrebbe a gravi sanzioni quali grosse multe a forse denunce penali.
Una situazione difficile che rischia di rimettere in causa tutto il sistema sportivo. Se ogni club si appella alla magistratura ordinaria per contestare le decisioni della giustizia sportiva, lo svolgimento delle competizioni potrebbe essere stravolto. Se il Sion vincesse definitivamente la propria battagila legale, anche il sistema dei trasferimenti potrebbe cambiare. E dopo il caso Bosman, si potrebbe parlare di caso Costantin. Anche se quest’ultimo difficilmente finirà povero ed abbandonato come l’ex-calciatore belga.
L’avvocato Conte, presidente dell’Ordine degli Avvocanti di Roma, ha commentato così, a Radio Manà Manà, la sentenza:
La sentenza del tribunale cantonale sul Sion mi incuriosisce. Le motivazioni saranno il cuore di questa sentenza che potrebbe far venir meno alcuni capisaldi della giustizia sportiva. Può essere uno sparti acque simile alla sentenza Bosman, la giustizia ordinaria potrebbe scavalcare le decisioni dell’Uefa e la forza del diritto sportivo rischia di venire meno. La Uefa dovrà prendere una decisione, il Tas non avrebbe competenza in questa vicenda. Ci sono però alcuni punti che non mi tornano. Gli organismi sportivi internazionali in questi giorni si esporranno in merito alla vicenda“.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti