Calcioscommesse: il giorno è arrivato. Martedì 8 maggio, con una settimana di ritardo rispetto a quanto era stato annunciato, il superprocuratore Stefano Palazzi, concluse le indagini, deferirà almeno una cinquantina di tesserati e una trentina di club di serie B e Lega Pro. E questa è solo la prima ondata, perché manca ancora il grosso della serie A (e bisognerà aspettare sino a fine maggio-primi di giugno). La Figc, in accordo con il Coni, ha deciso questa soluzione, forse per dare una segnale: due deferimenti e quindi due processi. Credo che sarebbe stato più logico prevedere un unico deferimento (e di conseguenza un unico maxiprocesso): magari aspettare fine maggio a chiudere le indagini, quando altre carte dovrebbero (potrebbero) arrivare dalle procure di Cremona, Napoli e Bari.
Così invece si creano solo polemiche, e due “binari” con condanne a rate. Comunque, ormai la decisione è presa. Palazzi ha lavorato due mesi (esattamente dal 29 febbraio al 26 aprile) con il suo pool composto da una decina di persone: sentiti 111 tesserati (e qualcuno ha confessato, tirando in ballo calciatori e club). I club a rischio di deferimento per il primo filone sono, come detto, all’incirca una trentina. Previsto uno stralcio per due società che quest’anno sono in serie A ma che quando si sono svolti i fatti, i presunti illeciti, erano in serie B. Si tratta di Atalanta e Novara (appena tornato in B). L‘Atalanta dovrebbe essere giudicata per le gare con Ascoli e Padova, oltre a quella col Piacenza (già punita con Doni). Esclusa la responsabilità diretta, il club bergamasco già quest’anno ha pagato con sei punti di penalizzazione, annullati grazie ad un campionato strepitoso. Ora potrebbe ripartire con una penalizzazione (ma più leggera, 2-3 punti) la prossima stagione, in serie A: il suo ex capitano, Cristiano Doni, in parte pentito, l’avrebbe messa di nuovo nei guai. Diverso il caso del Novara: dovrebbe andare a giudizio per le partite col Chievo, l’Ascoli e il Siena e una eventuale penalizzazione la sconterebbe in B, dovendo essere afflittiva. Altri club che ora sono in A (come Lecce, Siena e Genoa, ad esempio) rientrerebbero solo nel secondo filone. Tra l’altro, Palazzi deve ancora sentire Mezzaroma (lo farà dopo il 13 maggio, a campionato finito) e Conte (l’attuale tecnico della Juve è stato coinvolto da un suo ex giocatore quando era a Siena: sarà interrogato dopo la finale di Coppa Italia del 20 maggio). In serie B si rischia una classifica totalmente riscritta a giugno, dopo playoff e playout: in ballo (per ora) ci dovrebbero essere Ascoli, Bari, Grosseto, Modena, AlbinoLeffe (appena retrocesso), Padova, Verona, Pescara, Livorno, Reggina, Varese e, con posizioni più defilate, forse anche Crotone, Empoli e Sassuolo. In Lega Pro, coinvolte nelle indagini Salerno, Mantova, Piacenza, Frosinone, Rimini, Cremonese e Monza.
Tra i dilettanti rischiano invece l’Ancona e l’Alto Adige (femminile). Le ipotesi di reato vanno dall’articolo 1 (lealtà sportiva) all’illecito. I club rispondono per responsabilità presunta, oggettiva, o diretta (nel caso di coinvolgimento di dirigenti). I tesserati per omessa denuncia (dovrebbero essere tantissimi), per aver scommesso o, reato più grave, taroccato o tentato di taroccare le partite. Molti rischiano la radiazione. Sconti di pena per chi collabora (lo fanno solo dopo aver ascoltato la propria voce nelle intercettazioni). Disciplinare a fine maggio, corte di giustizia sportiva (secondo grado) a giugno durante gli Europei. Secondo filone, quello dei big, con deferimenti a giugno e processi a luglio. Come detto, meglio sarebbe stato un deferimento unico, e con sentenze entro fine luglio quando la Figc dovrà comunicare all’Uefa i nomi delle iscritte alle Coppe europee. Palazzi aspetta ancora nuove carte da Cremona , Napoli e Bari: e già la prossima settimana potrebbe iniziare il giro d’Italia. Le tre Procure della Repubblica lavorano, da tempo ormai, a pieno ritmo sul calcioscommesse: la prima, come noto, è stata Cremona, dove a breve potrebbero esserci altre novità importanti e potrebbero arrivare i rinvii a giudizio. Ma anche Napoli è a buon punto, più complessa e delicata invece l’indagine di Bari. Solo quando avrà nuovi elementi, Palazzi inizierà il secondo filone di interrogatori. Non può fare diversamente: deve affidarsi alla magistratura ordinaria. Non può sovrapporsi, tantomeno indagare per conto suo. C’è il rischio che qualche club la faccia franca, almeno per ora? Sì, c’è: ad esempio se Bari e Napoli non daranno il via libera a Palazzi entro giugno, qualche società anche importante potrebbe evitare il deferimento e iscriversi alle Coppe.
E solo la prossima stagione, a campionato già iniziato la responsabilità di questi club potrebbe venire a galla. Ma non c’è altra soluzione: bisogna rispettare i tempi della giustizia ordinaria. Il fenomeno scommesse è molto diffuso, uno scandalo a macchia d’olio. E ogni anno, chissà per quanto, ci potrebbero essere processi sportivi. Ma per fortuna che le intercettazioni (e pensare che qualcuno voleva abolirle…) hanno consentito alle Procure di fare uscire il marcio, o forse solo una parte, che c’è nel mondo del calcio. Ma a fine stagione, Giancarlo Abete dovrà mettere mano alla giustizia sportiva. L’ideale sarebbe tornare a dividere i compiti fra Ufficio Indagini e Procura, come era una volta. Ma è difficile tornare indietro, anche se è stato dimostrato che così com’è la Superprocura non funziona. E poi, visto che si spendono dei soldi a volte inutilmente, non sarebbe il caso di dare rimborsi più consistenti ai collaboratori di Palazzi? Con 40 euro a missione dove vanno? Nel calcioscommesse ci sono “professionisti”, legati a bande internazionali, e che fanno girare milioni di euro : che possono fare gli 007 della Figc? E poi, come detto, ci vogliono norme più dure con chi non denuncia: va spezzata la spirale di omertà, è l’unica soluzione per tentare di fare pulizia. Chi viene a sapere tentativi di illeciti e tace, deve cambiare mestiere. Inoltre i club dovranno potersi rivalere, dal punto di vista economico, nei confronti dei calciatori “infedeli”. Il mondo del calcio qualcosa può fare, e sta già facendo (con fatica). Ma per fortuna ci sono le Procure della Repubblica di Cremona, Bari e Napoli. E magari, chissà, ne salteranno fuori altre.
Repubblica.it – Fulvio Bianchi